29/11/2023

«Una learning city ha residenti non solo reattivi agli stimoli che l’autorità infonde, ma pro attivi e cooperativi. Ha la necessità di esprimere un’autorità pubblica che stia un passo avanti rispetto a quanto pensano e vogliono i cittadini, ma operando in questo senso assieme a loro. Al tempo stesso gli amministratori non devono operare con l’idea di creare mera crescita produttiva, ma con quella di generare apprendimento». È questa la città del futuro, basata non solo sulla produzione ma sulla conoscenza e la formazione, secondo Orna Mager, esperta di Lifelong Learning, intervenuta sulla questione all’incontro tenutosi nella Sala Corgnali della Biblioteca Civica Joppi, in occasione della seconda giornata di Future Forum, manifestazione sul futuro che si terrà a Udine fino al 20 novembre. Il modello trova il suo riscontro pratico nell’israeliana Mod’in, dove la studiosa ricopre il ruolo di Responsabile del Dipartimento di Educazione degli adulti e direttore del Centro multi-disciplinare cittadino. Mod’in rappresenta «il laboratorio ideale per osservare questo genere di evoluzioni, perché la città era stata pianificata prima di essere costruita. Ancora oggi, a distanza di vent’anni, la gente arriva da tutto il mondo per studiarne l’organizzazione». Secondo questa idea di città “partecipata” saranno necessari anche dei luoghi di nuova aggregazione, ed è in questo senso che si è inserito l’intervento di Antonella Agnoli, consulente bibliotecaria: «Le biblioteche dovranno essere più luoghi di carattere sociale, di diffusione concreta del sapere che semplici strutture per la conservazione dei volumi».

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