Per mesi la vicenda ha tenuto le prime pagine dei giornali e non solo del Veneto, racconti raccapriccianti e prove inoppugnabili per le attività extra del prete che più della croce è sembrato essere adepto dei riti di Priapo ed oggi si arriva dalla fase del “delitto” a quella delle pene. Pene che con tutta probabilità saranno lievi grazie anche al patteggiamento che la difesa del parroco, amante del sesso estremo condito di fruste, falli, manette e pornografia casareccia, ha ottenuto.
L’ex parroco della chiesa di San Lazzaro di Padova già sospeso A Divinis dal vescovo di Padova, chiuderà il suo conto con la giustizia molto probabilmnete con una pena patteggiata di 12 mesi per violenza privata e il pagamento di un risarcimento di 11 mila euro all’ex amante. Il caso era scoppiato a fine dicembre del 2016 quando una donna l’aveva denunciato, svelando la doppia vita del parroco fatta di sesso estremo e violento. Nello scandalo è stato coinvolto anche un secondo sacerdote. Don Contin è stato indagato per sfruttamento della prostituzione, accusa poi caduta, e violenza privata. Ora spetterà al giudice per le indagini preliminari accettare il patteggiamento chiesto dalla difesa in accordo con il pubblico ministero.
Eppure nellla sua requisitoria il pubblico ministero Roberto Piccione aveva concluso l’inchiesta nei confronti dell’ex parroco descrivendolo come uomo violentissimo, con una vita sessuale, nonosatnte il suo voto di castità, attivissima. Il sacerdote aveva una ventina di amanti, tutte parrocchiane. E in quella stanza, al secondo piano della canonica, c’erano periodicamente delle orge, con trans e uomini di colore. E don Contin le ha filmate, catalogando le registrazioni anche con i nomi dei papi.
Ma forse quello che lascia stupiti è che le indagini non sono riuscite a spiegare la vita dispendiosa di don Contin. Il sacerdote aveva le tasche piene di soldi, troppi soldi per un prete di una piccola parrocchia. La spiegazione che si erano dati gli inquirenti era quella dello sfruttamento della prostituzione, ma troppo deboli le prove e così quell’accusa che avrebbe spiegato molto è decaduta. Viene da chiedersi ora chiusi i suoi debiti con la giustizia, senza fare un giorno di carcere, cosa sarà della vita dell’ormai ex don Contin. Siamo certi che un uomo dalle attività così effervescenti non avrà difficoltà a ricollocarsi.