20/08/2024

Dopo decenni, comprese le turbolenze pandemiche, c’è una nuova speranza per il sistema di produzione, raccolta, essiccazione e trasformazione dei cereali in regione. Un primo segnale incoraggiante c’era stato con la fusione nel 2022 delle cooperative Vieris e Morenica diventate Granaio Friulano e dotate assieme di tre impianti (Fagagna, Castions di Strada e Lauzacco). Ora una nuova grande aggregazione fa nascere il più importante operatore capace non solo di razionalizzare le fasi di raccolta, stoccaggio e distribuzione ma che punta anche a generare ulteriore valore per i suoi soci attivando alcune linee di trasformazione anche in collaborazione anche con altre imprese.

Sono quattro le cooperative che hanno dato vita alla società Essiccatoi Fvg. Oltre a Granaio Friulano partecipano al progetto Bozzoli, Torre Natisone e Torricella. La nuova realtà avrà in dotazione ben otto impianti, per un totale di 22 colonne di essiccazione e una produzione potenziale di 113mila quintali giornalieri. La capacità di stoccaggio complessiva è di 2 milioni di quintali e sono nove i centri di raccolta. Interessante anche la dotazione energetica di partenza: già attualmente, infatti, tutte le sedi sono dotate sulle strutture di impianti fotovoltaici (totale di quasi duemila kwatt/ora di energia prodotta), più un impianto di biogas già esistente (Torricella), con una potenza di quasi mille kwatt/ora, in cui saranno convogliati tutti i cereali non idonei del network.

Il nuovo soggetto che opererà sul mercato già in questa annata agricola con le sue capacità sarà in grado di coprire 60% della produzione cerealicola regionale. I cereali oggi sono la coltura che copre il 70% della superficie agricola del Friuli Venezia Giulia. In quest’ottica si può capire come la nuova aggregazione produttiva che governa quasi un terzo del territorio agricolo avrà un peso rilevante nella nostra regione.

Non possiamo dimenticare che negli ultimi vent’anni la produzione di cereali ha subito continui cambiamenti. Proprio nel 2004, infatti, l’ingresso nell’Unione Europea dei Paesi dell’Est aveva comportato un crollo dei prezzi dei a cui sono seguite diverse Politiche agricola comunitarie (Pac) che disincentivavano la coltivazione del mais e imponevano l’obbligo di rotazione delle colture. Sempre nel corso di questo tormentato periodo il cambiamento climatico ha inciso profondamente anche attraverso periodi secchi e caldi che hanno ridotto le rese e rovinato qualitativamente il prodotto. Ciò ha imposto profondi cambiamenti nella filiera produttiva e nel sistema di controllo della qualità. In tempi più recenti, il blocco delle forniture durante la pandemia, prima, e la guerra Russo-ucraina, dopo, hanno generato bolle speculative. Ciliegina sulla torta, l’annata 2022 che in Friuli e in molte altre regioni italiane si è caratterizzata per una forte siccità, con addirittura l’azzeramento della produzione nei terreni non irrigui.

“Essiccatoi Fvg è nata non solo per dare maggiore resilienza al sistema locale di gestione dei cereali e delle colture sementiere, ma anche un futuro e valore per una grossa fetta del nostro territorio che viene caratterizzato e manutenuto dai nostri agricoltori” dice Carlo Feruglio, presidente della neonata cooperativa agricola.

Tra i progetti collaborativi in corso presentati nei diversi incontri sul territorio, uno vede la Fondazione Agrifood come partner tecnico. È cioè quello per la valorizzazione della filiera dell’orzo regionale che si sta cercando di ampliare per soddisfare le molteplici richieste del settore alimentare e delle bevande. Infatti tanto l’orzo quanto il frumento possono essere trasformati in molteplici ingredienti che non sono solo le semplici farine ma anche una serie di prodotti ad uso professionale che attualmente vengono importati principalmente dall’estero. “Nel 2023 le superfici a orzo e frumento hanno raggiunto in Friuli Venezia Giulia complessivamente oltre i 30.000 ettari” conclude Feruglio.

“È un passo importante per il consolidamento delle nostre produzioni cerealicole regionali, per un comparto che negli ultimi anni è stato tormentato da diversi problemi – dichiara Claudio Filipuzzi presidente della Fondazione Agrifood Fvg che da alcuni anni monitora il settore -. La scelta di attivare dei progetti congiunti di investimento in attività di trasformazione permetterà non solo di creare maggior valore per i diversi conferitori ma anche la nascita di altre nuove attività economiche in filiera”.

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