26/07/2024

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L’ICS Consorzio Italiano di Solidarietà – Ufficio Rifugiati Onlus di Trieste commenta in una nota la decisione presa dal  Ministero dell’Interno  di attivare un piano di trasferimento di 2000 richiedenti asilo dal Friuli Venezia Giulia verso altre regioni italiane.

Anche se  l’ingresso di richiedenti asilo alle frontiere del FVG ha assunto una dimensione crescente rispetto al passato – sottolinea ICS – (anche se lontana da ogni reale emergenza, come ha ben evidenziato il “Rapporto Statistico sul sistema di accoglienza di Trieste” recentemente pubblicato da ICS, Caritas, Coop. Lybra e Coop. 2001), la decisione di trasferire più o meno in blocco, o comunque in tempi ravvicinati, un numero così elevato di richiedenti asilo ha però un’evidente natura di carattere politico  In modo schematico e divulgativo si può dire che i trasferimenti dei richiedenti asilo sono legittimi se rispondono a delle precise necessità connesse all’attuazione delle misure di accoglienza o a un trattamento adeguato delle domande di asilo. La Direttiva 2013/33/UE infatti dispone all’art. 18 paragrafo 6 che «gli Stati membri provvedono a che i trasferimenti di richiedenti da una struttura alloggiativa a un’altra avvengano soltanto se necessari».

Ci sono motivate ragioni (e i trasferimenti sono dunque legittimi) se:

– il numero dei richiedenti è superiore alle disponibilità di posti di accoglienza previsti e organizzati nel territorio;

– ci sono delle strutture sovraccaricate (come la ex caserma Cavarzerani di Udine);

– non ci sono posti adeguati per specifiche situazioni (donne, minori, famiglie, soggetti vulnerabili).

Certamente la Pubblica Amministrazione è tenuta a effettuare una programmazione almeno di breve-medio termine per tenere leggermente al di sotto della capienza massima alcune strutture collettive destinate alla prima accoglienza, con la motivazione di potere disporre di posti liberi immediatamente disponibili per fare fronte ai numerosi ingressi quotidiani, viceversa  ICs ritiene che   che non costituiscano motivate ragioni, e pertanto siano illegittimi, trasferimenti di richiedenti asilo da strutture previste dalla programmazione ordinaria, non sovraccaricate, specie (ma non solo) se i destinatari di detti trasferimenti sono richiedenti asilo la cui domanda è già verbalizzata e l’accoglienza è in corso da tempo.

 Le «motivate ragioni» alle quali la normativa fa riferimento – continua nella nota ICS- nulla hanno a che fare con le arbitrarie volontà di questa o quella forza politica. Diversamente i migranti sarebbero esposti all’arbitrio del potere di turno e non soggetti che vivono in uno stato di Diritto.

Su quale sia  la reale situazione in FVG oggi  Il quadronon è chiarissimo ma gli elementi di preoccupazioni sono molti e oggettivi: sarebbe importantissimo che tutti i soggetti che nelle diverse province sono a vario titolo coinvolte in particolare se i trasferimenti in programmazione avvengono dalle (purtroppo numerose) grandi strutture collettive presenti in FVG che sono in sovrannumero (quali l’ex Cara di Gradisca e l’ex casermaCavarzerani di Udine), oppure se se si pretende anche dall’accoglienza diffusa.

In tale malevola ipotesi i profili di illegittimità sarebbero evidenti come  il  rischio che quanto sta avvenendo nel FVG possa assumere la forma di una sperimentazione da ripetere ovunque con conseguenze gravissime in termini di rispetto dei diritti fondamentali dei richiedenti asilo.

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