26/09/2023

La lettera di Michele pubblicata dal Messaggero Veneto su autorizzazione dei suoi genitori (vi invito a leggerla, a rileggerla e fissarla nel cervello e nel cuore) sta rapidamente conquistando la scena nazionale: prezzo pagato per questo?…semplicemente la vita!…

 

Sì… Michele è morto… si è suicidato per l’alto tradimento nei suoi confronti perpetrato dall’attuale sistema sociale, politico, economico. Si è dichiarato appartenente ad una generazione che questo sistema è riuscito a perdersi per strada… la conseguenza? Il “non sense”, per Michele, di continuare ad appartenere a questo sistema. Quanti altri come lui? A Chi voglia far passare Michele come un disadattato, un debole, un depresso ( e ci rivolgiamo ai soloni ed esperti vari più o meno farciti di sana ipocrisia intellettuale, chiamati o convinti dal sistema a giustificare le anomalie), dico solamente di zittirsi. Michele non era una anomalia del sistema e tanto meno cercava la strada del martirio. Non voleva essere un martire ed ora, invece, suo malgrado lo diventerà. E speriamo che sia così. Quanti altri ci vorranno… per cominciare a capire gli errori politici, economici e culturali che hanno portato il sistema ad accettare compromessi che hanno annientato il futuro dei suoi figli? Quanto ci vorrà? Eppure i segnali gravi già c’erano. Michele non è il primo né tra i precari né tra gli imprenditori che si sono tolti la vita… ma quale effetto hanno sortito? Ora c’è questa bruciante, lucida, stravolgente lettera… leggetela e rileggetela… soprattutto voi che per mestiere o passione avete scelto di assumere il ruolo di decisori sui destini delle comunità , e prendete una volta per tutte e seriamente le redini di una situazione oramai completamente fuori controllo. Ridate il futuro alle nuove generazioni. GFB

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