L’europarlamentare Cécile Kyenge, politica di origine congolese già ministro all’Integrazione del Governo Letta, si è confrontata il 6 agosto nel municipio di Gemona, nell’ambito del Laboratorio internazionale della comunicazione, con i 75 studiosi di linguistica provenienti da 30 Paesi sul tema (S)Confinare. “Il confine è luogo di incontro e unione, da questa interpretazione è nata la Ue e il libero spazio di circolazione che sta garantendo la pace da 70 anni”.
Sul Codice di comportamento per le Ong che operano nel Mediterraneo, “si torni al tavolo di negoziazione, per trovare un punto di intesa, – ha detto Kyenge – nessuna Ong ha detto di non applicarlo, piuttosto di tornare al confronto per trovare un punto di intesa che consenta di svolgere al meglio il primo obiettivo: salvare vite umane”.
Nelle scorse settimane all’Europarlamento ha presentato una risoluzione votata a larghissima maggioranza sul tema dell’accoglienza e dell’asilo per gli immigrati, con indicazioni concrete per togliere dalla solitudine gli che si trovano ad affrontare l’onda degli approdi. “Bisogna rivedere la convenzione di Dublino – ha sottolineato l’europarlamentare -, perché nega due principi fondamentali contenuti nei trattati Ue: la solidarietà e l’equa ripartizione della responsabilità”. Nella visione di Kyenge occorre “affrontare gli arrivi con un sistema centralizzato, che dia responsabilità a tutta la Ue, cioè ai 28 Stati membri, così ché il peso non ricada tutto sulle spalle degli Stati d’approdo”.
Quanto all’altro tema su cui è fortemente impegnata, il diritto allo ius soli ovvero alla cittadinanza per coloro che nascono in Italia, ha auspicato che “si giunga all’approvazione di questa norma entro la fine della legislatura, perché rappresenta il più grande strumento di integrazione”.