Rilanciamo ed ampliamo la notizia del cinese con 670 mila euro a bordo della sua autovettura che, alla vista degli agenti della Guardia di Finanza di Udine , ha tentato di corromperli con una somma di centomila euro per poter proseguire il suo viaggio verso l’Ungheria. Il fatto è avvenuto lungo l’autostrada Udine-Tarvisio durante un normale controllo dei militari che, insospettiti dal nervosismo dell’automobilista, hanno approfondito l’ispezione, rinvenendo l’ingente somma in tagli da 50 e 20 euro. Ulteriori ed immediati controlli effettuati dalla Guardia di Finanza consentivano di rilevare che il possessore del denaro (residente in Italia) dichiarava solo modesti redditi e palesava cointeressenze in una azienda già denunciata per la vendita di prodotti contraffatti. Il cittadino cinese è stato denunciato per “Auto Riciclaggio” di proventi illeciti, ed è indagato per tentata corruzione di pubblico ufficiale.
Questo episodio lo prendiamo a pretesto per approfondire il fenomeno della criminalità cinese in Italia, sintetizzandolo dall’articolo apparso su Infiltrato.it qualche mese fa ma sempre attualissimo(http://www.infiltrato.it/inchieste/italia/mafia-cinese-la-triade-nel-paradiso-italiano-affari-alleanze-e-gladioli-rossi/
Arrivando dalla sua base Hong Kong, la potente mafia cinese ( la Triade) ha trovato grandi alleanze con la criminalità organizza del nostro paese, come evidenziato nell’inchiesta di Alessandro De Pascale per La Voce delle Voci.
Territori in cui scorrazza la triade con profitti enormi sono la droga, i rifiuti tossici, la contraffazione tecnologica, il riciclaggio, la prostituzione, il gioco d’azzardo e l’immigrazione clandestina.
Secondo stime aggiornate oltre 200.000 cinesi hanno scelto il nostro paese, con una crescita annuale che supera il 5%. In crescita esponenziale anche le aziende con un aumento record del 131,1% rispetto al 2002, soprattutto in Lombardia, Toscana, Veneto ed Emilia Romagna.
La mafia cinese è inizialmente arrivata in Italia per gestire l’immigrazione clandestina e le estorsioni all’interno della propria comunità. Poi ha iniziato la “colonizzazione” delle città, attraverso l’apertura di esercizi commerciali e ristoranti, acquisiti sempre in contanti e a valori più alti di mercato.
Per esempio «L’industria del falso sottrae ogni anno alle imprese manifatturiere 6 miliardi di euro, bruciando 1,5 miliardi di euro in termini di evasione di iva e circa 120.000 posti di lavoro in tutta l’Unione Europea», denuncia l’ufficio d’Analisi d’intelligence del Comando Generale della Guardia di Finanza.
L’attenzione degli inquirenti, ora, è puntata sulle nuove attività che i clan cinesi stanno svolgendo in Italia: dalla produzione al traffico di droga, passando per la prostituzione e il gioco d’azzardo fino ai reati finanziari più complessi, come le frodi carosello.
All’interno della comunità criminale cinese gli omicidi sarebbero all’ordine del giorno, preannunciati da un mazzo di gladioli rossi, ma per gli inquirenti è molto difficile venirne a conoscenza. Quando sparisce un cinese, il suo posto viene preso da un suo connazionale.
I cinesi sono i più grandi giocatori del mondo. In quasi tutti i bar cinesi esiste un retrobottega adibito a bisca, facile capire come in Italia sia proliferato questo business gestito dai cinesi. Le bische clandestine si trovano dentro anonimi appartamenti.
Un altro lucroso business in Italia dalla Triade è la prostituzione. Ragazze giovanissime, schiave dell’organizzazione, vendono il proprio corpo agli italiani per poche decine di euro. Balletti erotici con musica orientale e sesso senza preservativo, i servizi più richiesti dai clienti. Per la mafia cinese ogni singola prostituta garantisce anche un migliaio di euro al giorno,
Ma il fenomeno che sta assumendo dimensioni sempre più preoccupanti, riguarda la produzione e il traffico di droga.
La mafia cinese sta infatti sfruttando il proprio network di importazione di prodotti per fare entrare in Italia anche la droga e la Repubblica Popolare è «uno dei maggiori produttori mondiali di droghe sintetiche»
Un allarme ancora più preoccupante se consideriamo che i laboratori della Cina, come del resto quelli di tutta l’Asia, sintetizzano i cristalli di metanfetamina, una sostanza stupefacente chimica diffusissima negli Stati Uniti e in Asia ma quasi del tutto assente nel Vecchio Continente, (un utilizzo intensivo e pervasivo della metanfetamina in Europa venne fatto durante la seconda guerra mondiale dalle truppe tedesche a partire da quel fenomeno psicopatico di Hitler che se la faceva iniettare due volte al giorno) Oggi nel continente europeo vengono prodotte soprattutto nei laboratori olandesi e dell’Europa dell’Est soltanto anfetamina ed ecstasy. La Direzione Antidroga ipotizza che negli appartamenti in mano ai cinesi, oltre ai bordelli e alle bische, si possano nascondere anche i micidiali laboratori che producono metanfetamina
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(http://www.infiltrato.it/inchieste/italia/mafia-cinese-la-triade-nel-paradiso-italiano-affari-alleanze-e-gladioli-rossi/