23/07/2024

Un “conto corrente” speciale, a disposizione della ricerca, in cui poter conservare materiale biologico e informazioni cliniche e genetiche preziose, in totale sicurezza e a regola d’arte; un luogo rigorosamente strutturato ove la necessità di avanzamento della Scienza e il rispetto della privacy dei donatori dei campioni biologici si traducono innanzitutto in un patto di responsabilità tra gli attori coinvolti.

In una sola parola, Biobanca, ovvero la grande sfida su cui proprio negli ultimi anni l’Università di Udine, l’Azienda Sanitaria Universitaria Friuli Centrale – ASUFC e il Centro di Riferimento Oncologico di Aviano – CRO hanno lavorato sinergicamente traducendola in realtà, dotando così il Polo scientifico udinese di una risorsa fondamentale per la ricerca in ambito medico e biologico.

E il Convegno organizzato dal Dipartimento di Area Medica UniUD martedì 20 settembre, nell’Aula seminari in p.le Kolbe, sarà proprio l’occasione per tratteggiare i contorni dell’ambizioso progetto regionale cui di recente «si è affiancata anche la Fondazione Italiana Fegato con l’obiettivo di creare una rete transfrontaliera con la Slovenia».

Ad anticiparlo è il Prof. Francesco Curcio, Direttore del Dipartimento di Medicina di Laboratorio dell’Istituto di Patologia Clinica dell’ASUFC che sarà proprio il punto di raccolta, preparazione e smistamento dei campioni donati. «Attraverso la Biobanca potranno essere utilizzati in maniera ottimale per migliorare la diagnosi e la terapia delle malattie con l’ambizione di raggiungere la medicina di precisione e personalizzata – precisa il Prof. Curcio – Allo stesso tempo sarà possibile tutelare anche l’interesse della collettività favorendo l’avanzamento delle conoscenze scientifiche, garantendo l’integrità dei campioni biologici, la veridicità e la completezza delle informazioni cliniche ad essi associate. In assenza di questi requisiti, infatti, i ricercatori non sono nelle condizioni di poter raggiungere risultati solidi e riproducibili».

Ecco perché «la possibilità di avere una Biobanca a Udine, integrata con la rete delle Biobanche Regionali  – sottolinea il Prof. Gianluca Tell, Vicedirettore del Dipartimento di Area Medica dell’Università di Udine – rappresenta un punto di svolta importantissimo per lo sviluppo di ricerche traslazionali in ambito biomedico che costituirà un elemento fondamentale per la crescita della ricerca clinica e di base del Polo Udinese».

Aperto al pubblico e centrato su un tema dalle implicazioni certamente complesse, l’evento sarà anche una finestra aperta sulle realtà di successo già consolidate in Italia e in Europa.

«Tra le esperienze proposte, la Biobanca dell’Istituto BBMRI-ERIC di Graz, del Policlinico San Donato per il futuro della ricerca in ambito cardiovascolare e l’esperienza dell’I.R.C.C.S. NeuroMed – sottolinea il Ricercatore universitario del DAME, dott. Antonio Paolo Beltrami, che proprio durante il Convegno illustrerà anche il complesso lavoro di ricerca, unico a livello internazionale, sviluppato durante il Covid ed ulteriore forza propulsiva per il progetto Biobanca – L’evento sarà dunque una preziosa occasione per ricordare che queste realtà rappresentano un investimento necessario per il futuro; sono infatti l’unico modo  per garantire al ricercatore la qualità del proprio lavoro e risultati non falsati, grazie ad una gestione ottimale dei materiali utilizzati, ed al paziente la tutela e salvaguardia dei propri interessi».

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