L’associazione compie vent’anni.
La narrazione di una situazione umana si può realizzare, sviluppare in tanti modi diversi. Credo che l’evento organizzato per la ricorrenza sia stata un’occasione meravigliosa, un contributo per sensibilizzare l’opinione pubblica, visto che sulle condizioni di disabilità c’è molta ignoranza, condita spesso da comportamenti subculturali. Penso a quelli che usano la parola “mongoloide” (pur avendo varie caratteristiche, ci si dovrebbe riferire alla popolazione asiatica, oltre che a quella amerinda, che prende il nome dal popolo dei mongoli, spesso considerati i rappresentanti di questa morfologia), solo per offendere.
Il primo impegno profuso dall’associazione La Pannocchia nei confronti dei loro “clienti” è consentirgli di parlare di se stessi, non di come si vedono, ma di come sono. Oggi in moltissimi casi protagonisti della loro vita, cercando a fatica e affrontando non pochi ostacoli per essere autonomi, indipendenti.
Qualche tempo fa su Rai Tre andò in onda un programma intitolato “Hotel sei stelle” nel quale ragazze e ragazzi down mostravano dal vivo le loro capacità lavorative, testimoniavano la loro affettività, raccontavano le esperienze sociali vissute, esprimevano desideri. Anche Le Iene, proprio la domenica dopo l’evento di Codroipo, ha proposto un servizio molto simile. Sappiamo di tante realtà nelle quali centinaia e centinaia di down sono inseriti. Bene perché sono stati scelti questi down, semplicemente per affermare, di fronte al mondo intero, “io sono così”.
Celebrato l’anniversario della fondazione dell’associazione e contemporaneamente le nozze d’oro dei presidenti Lisetta Bertossi e Claudio Gremese, con una cerimonia ufficiale in una struttura coperta allestita per l’occasione, sabato 16 aprile 2016 nel giardino della sede, a Codroipo in viale Duodo, 86. Dopo la messa officiata da don Govanni Del Missier, le autorità hanno rivolto gli auguri e i ringraziamenti alla coppia d’incontenibili, Claudio e Lisetta, prima del pranzo e di alcuni spettacoli per allietare gli intervenuti.
Tantissimi i partecipanti: i rappresentanti delle istituzioni, l’assessore comunale Claudio Tomada, l’assessore provinciale Elisa Asia Battaglia, all’assessore regionale alla sanità Maria Sandra Telesca, con tantissimi amici che, conoscendo bene l’attività svolta da La Pannocchia a favore dei disabili, non hanno voluto esimersi dal ringraziare i due protagonisti principali, insieme a tutti i volontari che collaborano con loro.
Presenti alla festa i familiari e tutti coloro che in questi anni hanno fatto parte della storia del centro, il consigliere regionale Vittorino Boem e alcuni sindaci e amministratori dei Comuni del Medio Friuli, il direttore del distretto sanitario di Codroipo, il presidente dell’Asp Moro Andrea D’Antoni, il comandante della stazione dei Carabinieri e rappresentanti dell’esercito.
Nata nel 1996 dalla volontà di alcuni genitori di bambini e ragazzi con problemi che frequentavano il Centro Socio-Riabilitativo Educativo dell’Azienda Socio-Sanitaria di Codroipo, grazie a una raccolta fondi tra le comunità del Medio Friuli e con il sostegno del comune, della provincia, della regione e dello Stato, riuscirono a realizzare una struttura in cui oggi sono presenti 14 ospiti residenziali e diversi diurni.
Sabato alla festa è tornato il problema principale che ruota intorno a questi ragazzi che come tutti diventano grandi e altrettanto accade ai loro genitori. In questi vent’anni anni d’attività si è cercato di dare risposta al “dopo di noi”. Si sono messe in campo molteplici attività manuali, culturali, sportive, socio-relazionali e terapeutiche, pensando alla loro indipendenza, quando i genitori andranno a ricoprire il ruolo di angeli custodi. La filosofia dei genitori è che vogliono costruire il “Dopo di Noi, Durante Noi”. Questo lo scopo fondamentale del servizio diurno: rendere il futuro passaggio in accoglienza residenziale, più agevole e meno traumatico, quando il nucleo genitoriale sparirà per naturale contrazione.
Il personale dipendente, gli operatori assistenziali e i volontari hanno ricevuto linee guida di comportamento chiare nei riguardi degli ospiti: rispettare la loro personalità, le loro esperienze e le loro esigenze personali, rispetto e collaborazione con i loro familiari e realizzazione di attività stimolanti per una maggiore qualità della vita.
Gli ospiti sono persone straordinarie, che grazie a formatori, assistenti e docenti, apprendono diverse attività in cui si impegnano con passione e dedizione, consentendogli di occupare diverse ore al giorno, realizzando opere che danno loro molta soddisfazione.
Facile a parole, ma ci vuole coraggio a rispettare le regole. Quel coraggio che serve a tutti e soprattutto ai ragazzi disabili e ai volontari per avere fiducia e di provare sempre a vivere col sorriso.
Marco Mascioli