Sportland è un progetto di unione e collaborazione tra diciassette Comuni premiati come Comunità Europea dello Sport 2019.
Non c’è il mare ma nemmeno le montagne, se non quelle che sovrastano il territorio con aria minacciosa e sembrano dire: se frano, non ti salvi! Gemona del Friuli, con gli altri comuni della pedemontana, messe insieme possono vantare ben poche fortune naturali: oltre al lago nulla più.
La gente del posto la conosciamo bene, da sempre ammalati di “mattone”, chiusi, tristi come i montanari lontani dalle loro vallate erte, aspre e discoscese. Quarant’anni fa abbiamo avuto l’occasione di conoscere l’altro aspetto di questi lavoratori senza qualità imprenditoriali: se si tratta della casa di proprietà, non sono secondi a nessuno.
Dopo il terremoto del 1976 hanno saputo ricostruire le loro abitazioni, rispettando le norme antisismiche e riutilizzando buona parte delle macerie. Non hanno pianto più del necessario e, in tempi ristrettissimi, sono riusciti a ricreare un paese, comprendendo zone residenziali nuove (proprio sotto i massicci delle Prealpi) e nuove zone artigianali e industriali, per ripartire con la vita senza lamenti e preghiere verso nessuno. Ci sono stati gli aiuti economici dello stato, come del resto anche per il sisma di quattro anni più tardi in Irpinia, dove sono ancora in attesa e fa rigirare le sfere, pensare che paghiamo tuttora accise sui carburanti pari a circa 4 centesimi per ogni litro per l’Irpinia, il Friuli, ma anche per il terremoto in Belice nel 1968, l’alluvione di Firenze del ’66 e il Vajont del ’63, insieme a tanti altri balzelli di cui non si conosce la vera destinazione.
La differenza è nei risultati: solo la loro capacità di lavorare duramente, onestamente e senza soste ha consentito ai friulani di ricostruire prima le abitazioni, poi i posti di lavoro e infine i luoghi di culto e le istituzioni pubbliche.
Negli ultimi anni i paesi sono stati ripristinati come e meglio di prima e allora questi lavoratori indefessi forse non sapevano cosa inventarsi. Hanno visto che il territorio si prestava per determinate discipline ludiche e sportive, così hanno creato strutture idonee. Raggiungere le cime delle montagne in auto, attraverso strade percorribili e lanciarsi col paracadute raggiungendo le pianure sottostanti, abitate e vissute è il sogno di chi pratica il parapendio. Trail Running invece è un’attività sportiva che si svolge su sentieri rocciosi, nella natura, oppure su percorsi pavimentati con una pendenza limitata. I nuovi complessi ormai consentono dal tiro con l’arco, alla mountain bike, il ciclismo, il parapendio, il volo a vela e a motore, l’orienteering, l’ippica e grazie al lago e ai corsi d’acqua si possono praticare diversi sport nautici come il kayak, vela, e la pesca, l’arrampicata sportiva, il canyoning, oltre al trekking, il footing e tutte quelle parole inglesi che ti fanno sudare, ma vanno tanto di moda. Inoltre ci sono tantissime altre discipline dell’atletica, arti marziali e giochi di squadra, che possono semplicemente sfruttare il clima mite della zona che non è mai troppo freddo d’inverno, né caldissimo d’estate.
Così hanno realizzato strutture nuove, palestre, campi sportivi, campi d’atterraggio, piste ciclabili su strada e sentieri, sapendo sfruttare al meglio le peculiarità della zona. Senza grandi impegni, hanno creato un fulcro eccellente per gli sportivi che qui vengono volentieri per tanti motivi, non ultimo il contesto naturale che regala ossigeno in quantità. Quest’area comprende i Comuni uniti nell’offerta turistico sportiva denominata SPORTLAND. Grazie a questo progetto, la capofila Gemona del Friuli (UD), ha ricevuto dalla delegazione Aces Italia, l’associazione con sede a Bruxelles nata nel 1999 con l’obiettivo di promuovere lo sport tra i cittadini, la nomina ufficiale per Sportland: Comunità Sportiva Europea 2019.
Lunedì 30 ottobre c’è stata l’ufficializzazione da parte del Coni, presso il salone d’onore del Comitato Olimpico Nazionale Italiano a Roma, alla presenza del presidente Giovanni Malagò, del presidente del Consiglio Regionale Franco Iacop, con tutti i Sindaci coinvolti, mentre la proclamazione ufficiale avverrà a Bruxelles nel novembre 2018 con la consegna della bandiera.
Un prestigioso riconoscimento che premia il duro lavoro fatto in questi anni, da tutte le Associazioni e le Amministrazioni Comunali. Nulla a che vedere però con gli altri riconoscimenti dell’ACES come CAPITALE Europea dello Sport o CITTA’ dello sport, che sono premi assegnati a una delle ventisette capitali nazionali dei Paesi dell’Unione europea e le città con almeno mezzo milione di abitanti (perché scrivere senza conoscere non è per tutti i giornalisti).
Per le città e paesi con minore popolazione, sono conferiti i premi “Città”, “Villa” e “Comunità” Europea dello Sport, come nel caso di Gemona del Friuli con gli altri diciassette Comuni di Artegna, Bordano, Buja, Cavazzo Carnico, Chiusaforte, Forgaria nel Friuli, Moggio Udinese, Montenars, Osoppo, Resiutta, Tarcento, Tolmezzo, Trasaghis, Venzone, Verzegnis, Villa Santina.
La nomina ufficiale è arrivata da Aces Europe giacché i commissari sono rimasti colpiti dalla varietà dell’offerta sportiva a disposizione, resa possibile dalla presenza di oltre cento società, tremila atleti e più di venti discipline praticate. Hanno voluto premiare questo modello, che valorizza la vocazione sportiva, nel rispetto della natura generosa e incontaminata, scenario ideale per chi ama il movimento e la vita a misura d’uomo.
Ho sentito il Sindaco di Gemona del Friuli, Paolo Urbani, che dopo aver ricevuto l’attestato a Roma dal presidente del CONI, mi ha spiegato che il punto di forza del progetto è la sostenibilità ambientale e lo sviluppo di attività sportive di nicchia che comunque garantiscono numeri confortanti, dato il risultato conseguito. Comunità Sportiva Europea 2019 per Sportland è sicuramente un riconoscimento importantissimo che premia l’impegno e gli sforzi fatti con una risonanza a livello internazionale. Ora il turismo sportivo saprà dar ragione in chi ha creduto nel programma e ripagherà con maggiori presenze, investimenti e iniziative.
Ritengo siano molte le zone sotto sfruttate della regione che potrebbero cercare di unire le forze per valorizzare e promuovere turisticamente il territorio, senza necessariamente impegnare grandi investimenti, ma progettando con intelligenza lo sviluppo di attività peculiari con le associazioni e i volontari, che sarebbero ben lieti di migliorare l’offerta. Gemona del Friuli e gli altri sedici Comuni hanno saputo creare una zona premiata a livello europeo, praticamente dal nulla.
Marco Mascioli