La collaborazione tra il Friuli Venezia Giulia e la Slovenia può portare al miglioramento dei servizi sanitari, sociali e assistenziali. Sotto questo auspicio si è riunito, nel palazzo della Regione a Trieste, il gruppo di lavoro “Politiche sociali e Sanità” del Comitato congiunto Friuli Venezia Giulia-Slovenia.
“Vogliamo affrontare in modo operativo una serie di argomenti che per noi sono di grande importanza e credo lo siano anche per la Repubblica di Slovenia”, ha detto l’assessore regionale alla
Salute, Maria Sandra Telesca.
Telesca ha sottolineato come oltre alle forme di collaborazione già avviate, ad esempio il Punto nascita transfrontaliero, ci sia l’opportunità di allargare il campo delle azioni comuni. In particolare, la Regione e la Slovenia stanno entrambe dedicando una specifica attenzione agli esposti all’amianto. Inoltre, ha aggiunto, si potrebbe agire assieme contro il crescente commercio illegale degli animali che mina anche la salute delle persone, i diritti dei consumatori e la protezione del mercato.
Se rispetto a quest’ultimo aspetto la delegazione slovena ha rimandato il
confronto ad un approfondimento che coinvolga il ministero dell’Agricoltura, su tutti i diversi temi è emersa la volontà di collaborare.
La Slovenia, ad esempio, ha mostrato un particolare interesse per il processo di deospedalizzazione e di rafforzamento della sanità territoriale messo in atto dal Friuli Venezia Giulia. Un altro
tema sul quale la Sanità slovena potrebbe prendere spunto dalla nostra Regione è la rete informatica unificata.
Con i suoi due milioni di abitanti, l’ex Repubblica iugoslava ha
una spesa sanitaria di quasi 3,5 miliardi di euro (8% del pil), che è in proporzione un dato paragonabile con quello del Friuli Venezia Giulia. Negli anni, però, appare inevitabile un aumento di spesa, in quanto il problema più acuto è rappresentato dall’invecchiamento della popolazione.
Secondo le stime, in Friuli Venezia Giulia nel 2030 la popolazione over 65 raggiungerà quasi il 29 % del totale e le proiezioni slovene non sono molto diverse. Pertanto, la nostra Regione e la Slovenia intendono avviare quanto prima una riflessione comune in merito all’innalzamento dell’età media.