24/07/2024

Recentemente additato dal direttore del Messaggero Veneto di non farsi gli  “affari suoi” ovvero gli affari di competenza della Provincia di Udine, in relazione ad un commento critico  sul focus apparso recentemente sul più importante quotidiano locale  per l’apertura del nuovo mega centro  di benesse erotico  Wellcum, sorto a pochi chilometri dall’Italia in territorio carinziano, il presidente della Provincia
friulana, Piero Fontanini, continua ad intervenire con frequenza  su svariati argomenti. L’ultimo in ordine di tempo..quello sui pericoli di
concorrenza sleale da parte di industrie dell’est. Di questa presa di posizione diamo informazione, pubblicando integralmente la nota  stampa in calce emessa dall’ufficio stampa della Provincia. Prima di affrontare l’argomento, ci preme sottolineare che Piero Fontanini è comunque
un’antenna istituzionale del territorio, e come tale rappresentativo dei cittadini ( e non importa se non di tutti) Quando poi si parla di Provincia ( anche se siamo di fronte ad un futuro smantellamento all’italiana e cioè senza alcun valido progetto alternativo a difesa del
territorio. cosa che  porterà ad ulteriori disastri economici ed organizzativi) è anche vero che, pur tracimando dalle competenze  delle attuali province,  un presidente di Provincia è una delle figure di riferimento per un territorio, anche di una certa vastità se pensiamo a
quello friulano. Allora perchè zittire Fontanini, accusandolo di non farsi gli affari suoi ( quelli della provincia) quando comunque, per visibilità, impegno e posizione , il signor Fontanini può dire la sua anche più di altri e, a questo punto, anche in nome di altri? quando poi ” gli altri” spesso non hanno voce, visibilità, amicizie per poter ricevere attenzione da parte dei media? oppure, ancora peggio, sono refrattari alle problematiche della società? capiamo che il direttore del Messaggero Veneto  si sia legittimamente schierato a difesa del giornale e dei suoi giornalisti  a fronte di un attacco diretto da parte di Fontanini sulla questione del troppo spazio dato all’erotismo strutturato oltre ex-confine. Sono  inutili , però, gli attacchi personali, sia da una parte che dall’altra quando, invece, l’apertura del Wellcum poteva essere un ottimo motivo per aprire finalmente un dibattito serrato sulla attuale situazione vergognosa che abbiamo in Italia, dove la prostituzione l’abbiamo di fatto resa fintamente illegale. Vale più il quaquaraquà italiano o la pragmaticità austriaca???

Chiudendo qui la questione, per ora…passiamo alla nota emessa da Fontanini sulla concorrenza sleale dall’Europa dell’est e al suo relativo commento. Non si tratta, come leggerete, di presupposti dovuti ad incubi notturni di Fontanini ma di presupposti concreti basati su concrete lettere di protesta, che arrivano dai piccoli e medi imprenditori locali, schiacciati dalla concorrenza sleale di polacchi, romeni, bulgari ecc. Nello specifico si  si parla di serramenti in PVC. Cosa può fare un piccolo imprenditore di fronte a questa deriva deteriore della cosidetta globalizzazione, se deve sottostare a costi del lavoro, imposte e costi dell’energia non competitivi? può attendere che torni
il sereno grazie a politici che sia in Italia che in Europa, non riescono a regolamentare un bel niente? e soprattutto non riescono a tutelare i più piccoli? pensiamo di no perchè a questi questi piccoli imprenditori il tempo non viene concesso.  ci sembra che anche un presidente della Provincia possa e debba dire la sua, almeno per tenere vivo il dibattito, il confronto, la discussione su temi che vanno assolutamente risolti.

euroregionenews

di seguito la nota

Concorrenza sleale Est Europa, aziende scrivono a Fontanini
L’ultimo grido di allarme da un’impresa di serramenti:
siamo schiacciati da Polonia e Romania

 
Sono sempre più frequenti le missive che giungono sul tavolo del Presidente della Provincia di Udine, Pietro Fontanini, da parte di

aziende del nostro territorio che non riescono più a reggere la competizione di prodotti che arrivano dall’estero, Est Europa in primis.

“Molti imprenditori mi comunicano il loro stato di crisi a causa di manufatti a prezzi stracciati che arrivano da Polonia, Romania, Bulgaria.

E’ evidente che la concorrenza sleale non si configura soltanto per le grandi produzioni, ma anche per quelle piccole”. L’ultimo grido di allarme porta la firma di una ditta con una trentina di dipendenti insediata in provincia di Udine che si occupa di realizzare serramenti in
pvc. “Il titolare – rende noto Fontanini – non riesce a fronteggiare la concorrenza con i serramenti made in Polonia e Romania.
L’assurdità di questa ed altre analoghe situazioni che si ripetono per diverse tipologie di manufatti è che molta ricchezza del Friuli viene schiacciata dall’ingresso dei prodotti comunitari ed extracomunitari”.
Il ridicolo costo del lavoro negli Stati dell’Est determina la concorrenza sleale nel prezzo finale del prodotto, “l’Europa aperta a questi Stati sta infliggendo duri colpi al tessuto produttivo locale. Oltre ai grandi gruppi industriali che spostano l’attività in quelle aree, anche i piccoli e medi imprenditori che, coraggiosamente decidono di restare in Friuli si vedono costretti a subire invasioni di campo a causa dei prodotti che dall’Est ritornano qui da noi e sbaragliano il campo alla nostra produzione locale con il sotto-costo. I serramenti possiamo
costruirli qui da noi, nella nostra terra, con i nostri lavoratori”. Oltre ai serramenti in PVC provenienti dalla Polonia, ci sono anche quelli che arrivano da Romania, Ungheria e Croazia, in condizioni di concorrenza sleale e di assenza di certificazione e controllo delle norme esistenti (tenuta all’aria, prestazione termica, etc.). Fontanini, sul caso specifico dei serramenti, ricorda che l’Anfit, Associazione Nazionale per la Tutela della Finestra Made in Italy, accusa di «concorrenza sleale» i produttori polacchi di infissi e finestre: alla luce della presenza di alcuni espositori polacchi alla fiera MADE expo 2012 di Milano, denunciò l’invasione dei prodotti fabbricati in Polonia e
importati nel nostro Paese a basso costo, ma non a norma e di qualità scadente. Inoltre, i serramentisti dell’est Europa sono accusati dall’Associazione di utilizzare i fondi comunitari per le attività promozionali del loro export.

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