Un accordo per lo sviluppo di un primo collegamento ferroviario tra il Porto di Trieste e l’Interporto di Pordenone, che prevede anche l’accettazione e la consegna del carico marittimo e intermodale nella Destra Tagliamento, è stato sottoscritto nei giorni scorsi tra i due enti e Confindustria Alto Adriatico.
Alla base dell’intesa, la cui operatività è prevista entro la metà del prossimo febbraio con un flusso di circa 70 container (andata e ritorno) al giorno, la necessità individuata dalla Territoriale di implementare efficienti collegamenti ferroviari intermodali con il sistema portuale regionale attraverso l’utilizzo di tutte le strutture logistiche regionali esistenti tra cui il Porto di Trieste.
Entrando nel merito dell’accordo, il Presidente di Confindutria Alto Adriatico, Michelangelo Agrusti, ha detto che le ultime positive vicende del Porto di Trieste rappresentano ulteriore elemento di «internazionalizzazione e creano le premesse affinché esso diventi sempre più concorrenziale rispetto ai competitor del Nord Europa. Noi facciamo la nostra piccola parte che riteniamo comunque importante in un quadro di integrazione delle realtà logistiche regionali». Una partnership che per il Presidente di Confindustria Alto Adriatico «riguarda l’intero Nord Est, in particolare l’area trevigiana che potrà trovare nella nostra portualità e nella nostra infrastruttura una soddisfazione importante ai propri bisogni logistici». Nel 2021 – ha concluso – eserciteremo lo sforzo più stringente per la trasformazione digitale del sistema imprenditoriale così come l’autorità portuale, il cui processo è in fase più che avanzata».
Nel dettaglio, come ha spiegato l’AD di Interporto Centro Ingrosso, Giuseppe Bortolussi «creeremo un collegamento dedicato di 120 chilometri tra Interporto e Porto di Trieste. Un tratto breve che però insiste in un’area logisticamente felice rispetto ai Balcani, ai mercati Occidentali e naturalmente alle aree contermini, Veneto in particolare».
Zeno D’Agostino, Presidente della Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale, ha ricordato come l’accordo si innesta perfettamente nel tema su cui il Porto, negli ultimi anni, ha investito parecchie risorse, vale a dire l’ospitalità garantita a flussi di traffico che in qualche modo parrebbero aver poco a che vedere col contesto territoriale. «In questi anni ci siamo impegnati per permettere a quei flussi di creare economie di scala per lo sviluppo di servizi che sarebbero poi però dovuti diventare valore per le realtà esistenti sul territorio. Ed è stato così. Perché senza quei flussi– ha aggiunto D’Agostino – oggi non saremmo in grado di comporre treni verso l’Europa; essi ci consentono al contrario di creare realtà intermodali che mettiamo a disposizione del contesto produttivo del territorio».