Friuli Venezia Giulia, Veneto e Carinzia con l’aggiunta di Slovenia, Istria e Litoraneo Montano della Croazia, avviarono il 17 ottobre 2005 un progetto sottoscritto in Villa Manin a Passariano di Codroipo (UD) che nel febbraio 2013 ha concluso l’iter istituzionale a Klagenfurt con la seduta di insediamento dell’Assemblea del Gruppo Europeo di Cooperazione Territoriale ”Euregio Senza Confini”.
L’allora presidente delle Regioni Renzo Tondo (Friuli Venezia Giulia), Luca Zaia (Veneto) e Gerhard Doerfler (Presidente Land Carinzia), siglarono la dichiarazione d’intenti che il 5 luglio 2006, a Bruxelles, l’Unione europea fece seguire dall’emanazione del regolamento che istituì il GECT (Gruppo Europeo di Cooperazione Transfrontaliera).
Sempre in Villa Manin, 21 giugno 2007 Friuli Venezia Giulia, Veneto e Carinzia si accordarono formalmente per costituire l’Euroregione. Slovenia e Contee della Croazia ribadirono il loro interesse al progetto. Il 29 novembre dello stesso anno, a Duino (TS)con un vertice trilaterale, si decise di fissare la sede dell’Euroregione a Trieste.
Il 10 dicembre 2008, a Villach, le Giunte di Friuli Venezia Giulia, Veneto e Carinzia, in attesa del recepimento del Regolamento UE da parte dell’Italia, costituirono un Coordinamento operativo trilaterale e il 7 luglio 2009 a Roma, l’Italia recepì il Regolamento UE sui GECT.
A Venezia, il 17 novembre 2009, Friuli Venezia Giulia, Veneto e Carinzia concordarono il percorso che porterà alla nascita dell’Euroregione e scelsero il nome: ”Euregio Senza Confini”. Nel dicembre 2011, a Klagenfurt, Friuli Venezia Giulia, Veneto e Carinzia rinnovarono per altri cinque anni il Protocollo di collaborazione trilaterale, in vista dell’avvio dell’Euroregione.
Solo nel marzo 2012, a Trieste, le tre Regioni approvarono i testi dello Statuto e della Convenzione del GECT ”Euregio Senza Confini” e decisero di uscire dalla Comunità di lavoro Alpe Adria. A novembre Friuli Venezia Giulia, Veneto e Carinzia costituirono formalmente il GECT ”Euregio Senza Confini”, con la prospettiva di allargamento alla Slovenia e alle Contee dell’Istria croata. L’insediamento ufficiale avvenne il 19 febbraio 2013 a Klagenfurt: nasce l’Assemblea del GECT ”Euregio Senza Confini”.
L’Assemblea decise un criterio di rotazione della presidenza ogni tre anni: primo presidente è stato nominato Luca Zaia, seguiranno i presidenti di Carinzia e Friuli Venezia Giulia. Direttore ad interim, in attesa di poter definire e pubblicare un bando per una figura stabile, è stato scelto il direttore generale della Carinzia, Dieter Platzer.
La sede principale di ”Senza confini” sarà a Trieste, con una sede secondaria in Carinzia.
Oggi la situazione è notevolmente mutata. Il governo italiano e regionale del Friuli Venezia Giulia sono cambiati e non si sente parlare più di cooperazione, bensì giungono notizie relative a strutture murarie erette ai confini con l’Italia per controllare il flusso di migranti che vogliono scappare.
Dal punto di vista economico molte aziende venete e friulane portano le loro sedi in Austria e Slovenia, per garantirsi una minore pressione fiscale. I governi confinanti non nascondono le loro agevolazioni riservate proprio a coloro che vogliono trasferire le aziende, soprattutto con dipendenti, riservando loro opportunità che non hanno confronto con l’Italia. Il mercato aperto dell’Europa garantisce poi sviluppi distributivi senza vincoli, cosicché si possono mantenere i clienti, riducendo la pressione fiscale, in alcuni casi fino al 50 % in meno.
La perdita di posti di lavoro per gli italiani incrementa il livello di disoccupazione e tutto quanto ascoltato durante gli incontri tra i dirigenti e i governanti in Friuli Venezia Giulia in particolare, risultano parole al vento. Un’immagine drammatica su uno degli aspetti paradigmatici di una crisi che pare non finire, a dispetto di quanto il presidente del consiglio Renzi va decantando.
In Italia si registrano 54 fallimenti al giorno. In Friuli Venezia Giulia le chiusure hanno superato le aperture di quasi mille unità. La situazione sull’analisi dei fallimenti in Italia dipinta dalla Camera di Commercio regionale.
Essere una Regione autonoma dovrebbe garantire a cittadini e aziende l’opportunità di commisurare le imposte e le agevolazioni rispetto i Paesi confinanti, mentre anche la tessere per il carburante agevolato torna spesso in discussione perché non si vuole appesantire la relazione con il resto dell’Italia, a discapito della popolazione.
L’Euroregione con Veneto, FVG, Austria, Slovenia e Croazia diviene sempre più un’utopia. Se potessimo auspicare a un continente degli Stati Uniti d’Europa, con normative condivise in tutti i settori, da quello lavorativo a quello fiscale, dalla previdenza sociale a quella sanitaria, dal codice della strada alle norme sulla sicurezza, probabilmente non ci dovremmo preoccupare. Invece viviamo un periodo in cui all’immigrazione dall’Africa si contrappone un’emigrazione degli italiani verso i Paesi del Nord (Inghilterra non più Europa in primis).
Marco Mascioli