23/07/2024

Disturbi alimentari: in Italia si contano oltre 8500 nuovi casi ogni anno, e si stima  ne soffra il 10% degli adolescenti. In provincia di Pordenone si registrano circa160 nuovi casi  l’anno e dal 2008 al 2019 nel reparto di pediatria all’ospedale di Pordenone sono stati ricoverati  60 pazienti, che rappresentano solo il 20% dei pazienti seguiti. Rilevante anche l’età delle  persone che soffrono di questi disturbi: si tratta di giovanissimi che in media hanno 15 anni.  Proprio alla difficoltà di rapportarsi con equilibrio all’alimentazione, ed ai risvolti psicologici e  psichiatrici che le relazioni col cibo nascondono o implicano è dedicato il convegno a più voci  promosso dall’IRSE – Istituto Regionale di Studi Europei  confermato per giovedì 22 ottobre, in programma dalle 15.30 nell’Auditorium del Centro Culturale Casa Zanussi di Pordenone, sia in presenza che con interventi in streaming. “Quando il cibo è un  problema: a partire dai più’ piccoli. Come nascono, e come si possono curare, i disturbi alimentari  più comuni” titola il forum che punta i riflettori sull’impegno a livello territoriale di pediatri,  psicologi, operatori sanitari sui disturbi in età precoce, con il coinvolgimento di famiglie e mondo  della scuola. Interverranno Roberto Dall’Amico, Direttore Dipartimento Materno Infantile  Ospedale “Santa Maria degli Angeli di Pordenone e Direttore ad interim S.C. “Pediatria San Vito- Spilimbergo; Gianluigi Luxardi, psicoterapeuta e psicologo, Direttore del Centro Disturbi  Alimentari di San Vito al Tagliamento; Liliana Giust, presidente di ADAO Friuli onlus Associazione  Disturbi Alimentarie Obesità. L’evento rientra nel cartellone 2020 della rassegna IRSE “Affascinati  dal cervello”, dedicata quest’anno a “Mens sana in cibo sano”. La partecipazione è gratuita sia “in  presenza”, nel totale rispetto delle norme di sicurezza, che in diretta streaming sul sito IRSE. I  relatori saranno introdotti dal divulgatore scientifico Gianluca Liva, con formazione in neuroscienze, storia della scienza e comunicazione presso la SISSA di Trieste.  Info IRSE  Bit.ly/IRSE_AffascinatiCervello2020

I disordini alimentari sono gravi patologie con complicazioni fisiche e psichiche, possono colpire  bambini, adolescenti e adulti, prevalentemente di sesso femminile anche se negli ultimi anni si  riscontra un’incidenza del 10% circa nella popolazione maschile. I fattori psicologici  contribuiscono all’insorgenza di comportamenti alimentari anormali, che includono sia  l’estremamente scarsa, sia l’eccessiva assunzione di cibo. Curare un individuo, quindi, significa  considerare tutti i possibili ambiti della sua vita, compresi quelli sociali: chi ne è affetto non riesce  ad alimentarsi con sufficiente serenità ed ha una percezione alterata del proprio corpo.

«Non si ha esempio di malattia psichiatrica con una simile propagazione, una vera e propria  epidemia sociale – commenta Liliana Giust – Si parla di tre milioni di ragazzi, in Italia, che soffrono  oggi di questi disturbi, non a caso seconda causa di morte in età adolescenziale, dopo gli incidenti  stradali».  ADAO Friuli ODV è un’Associazione di genitori e familiari di pazienti affetti da Disturbi  del Comportamento Alimentare attiva dal 2003, impegnata nella prevenzione e nella diagnosi  precoce di questi gravi patologie: l’ultimo progetto sul territorio, “Sana Alimentazione”, si è svolto  con otto classi di due scuole medie della provincia di Pordenone nel 2019 e attraverso corsi di  formazione per insegnanti ed educatori (2018), ma anche per allenatori, tecnici, istruttori e  insegnanti di scienze motorie (2020).

  Osserva il Direttore del Centro Disturbi Alimentari di San Vito al Tagliamento Gianluigi Luxardi  che i disturbi alimentari colpiscono sempre più bambini e possono iniziare già intorno ai cinque  anni. Nelle bambine delle Scuole Primarie sono stati trovati i disturbi più comuni, dall’anoressia  alla bulimia, insieme a disordini alimentari più difficili da interpretare, come la disfagia – la  difficoltà a deglutire – il selective eating (alimentazione selettiva), il food avoidance emotional  disorder (disturbo emotivo da avversione per il cibo) e l’ortoressia (ossessione di  un’alimentazione sana). «La percentuale di guarigione – ha spiegato Luxardi- è pari al 70%.  Solitamente nel giro di due anni i pazienti, soprattutto quelli più giovani, riescono a guarire».

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