22/07/2024

Un atto vergognoso che scaturisce da  idiozia e  mancanza di rispetto. Così possiamo definire l’imbrattamento della lapide a Bosco Romagno che ricorda le vittime di una triste  pagina della lotta partigiana. Un gesto sospinto sì  dall’ignoranza ma soprattutto dalla povertà civica. Tutto si può dire, anche estremizzando sul fatto che milioni di persone sono morte inseguendo ideali sociali poi parzialmente realizzati, che sono morte per un democrazia incompiuta o appensantita o non partecipata come si dovrebbe. Sull’esito del sacrificio ultimo di tante generazioni il dibattito  rimane aperto, vitale ed anche su posizioni non univoche…ma quello di andare a sbeffeggiare i morti, imbrattando le loro tombe o le lapidi che li ricordano, è inammissibile..quale che sia la convinzione o meno sugli effetti e sull’utilità del loro eroismo.
La provincia di Udine, su inziativa del suo Presidente,  si è offerta di riparare alla penosa malefatta di questi ignoti e ripristinerà il cippo violato dalla vernice, restituendo al rispetto ed alla memoria collettiva i nomi dei trucidati a Bosco Romagno. Pubblichiamo a tal proposito la nota diramata dalla Provincia.
 

La Provincia pronta a ripulire il cippo imbrattato. A offrire questo aiuto è il Presidente Pietro Fontanini che, colpito dal gesto ignobile che ha portato a violare la memoria dell’eccidio degli osovani trucidati dai partigiani comunisti nel Bosco Romagno, mette a disposizione dell’Associazione Partigiani Osoppo, il supporto degli operai di Palazzo Belgrado per cancellare ogni traccia dell’imbrattamento che occulta i nomi di chi si è sacrificato per gli ideali di democrazia e occidentalità. Al Bosco Romagno si celebra la vera Resistenza, quella di laici e cattolici che combatterono in nome della libertà contro i nazisti e che si opponevano all’imposizione del regime comunista e della dittatura in Italia, sottolinea Fontanini che ha verificato la fattibilità dell’operazione-pulizia con gli uffici dell’Ente e nei prossimi giorni verranno inviati nel luogo i tecnici per studiare le modalità idonee ad eliminare i segni delle vernici dal cippo.

“Il nostro obiettivo – spiega Fontanini – è riportare la lapide, su cui sono scritti i nomi dei trucidati, al suo stato originario, ripristinando il significato del luogo che deve essere conservato e tutelato nei suoi simboli commemorativi”. Purtroppo “questi vandalismi – continua il Presidente – riaprono ferite profonde e pongono un serio interrogativo sull’ignoranza da parte degli autori di questo gesto fra il provocatorio e l’insensato”. Al Bosco Romagno furono ammazzati i patrioti prelevati alle malghe di Porzus il 7 febbraio ’45. Secondo Fontanini ”Porzus sono le Termopili del Friuli”: qui il sacrificio di pochi andò a beneficio della libertà dei nostri fogolârs”.

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