La Confcommercio di Udine plaude ai sindaci che stanno intervenendo nei casi di mancato rispetto della legge regionale che impone le chiusure obbligatorie nelle festività. Un rispetto, osserva il presidente Giovanni Da Pozzo, che «alcuni grandi gruppi non hanno dimostrato».
Il riferimento è alla decisione del Tar Fvg di accogliere numerose richieste di sospendere l’efficacia della legge che avrebbe dovuto far valere i suoi effetti per la prima volta martedì 1 novembre. La conseguenza è stata l’apertura di altrettante aziende della grande distribuzione, cui tuttavia sono seguite le verifiche dei sindaci di tutta la regione, pure su segnalazione dei cittadini, sulla legittimità di un’azione contraria a una legge del territorio.
La Confcommercio da anni si batte per un certo numero di giornate di chiusura obbligatoria, per un dovuto riconoscimento al diritto delle famiglie di rispettare i giorni di festa e dei collaboratori al riposo.
Come ha sottolineato anche Confcommercio Fvg – prosegue Da Pozzo – non esistono direttive europee che impongano la liberalizzazione degli orari e dunque la legge regionale «correttamente interviene a dare un minimo di tutela alle imprese più piccole e ai lavoratori .
Le motivazioni portate da Federdistribuzione a favore delle aperture indiscriminate della grande distribuzione sono totalmente in contrasto con la realtà sia dal punto di vista giuridico che economico. La provincia di Udine, in particolare, è quella con l’incidenza più alta della grande distribuzione sui residenti, uno dei principali motivi della crisi dei centri storici e della desertificazione commerciale dei paesi friulani.
Benvenuta dunque una legge, richiesta da Confcommercio e dai sindacati di categoria a gran forza, che dovrebbe essere presa ad esempio a livello nazionale. E un doveroso ringraziamento ai sindaci che si adoperano per farla applicare fino, eventualmente, alle sanzioni nei confronti dei trasgressori».