C’è già chi lo ha definito il “triangolo della logistica in Friuli Venezia Giulia”. Ceccarelli Group, leader nel settore trasporti e logistica, apre un nuovo, grande polo nel pordenonese.
Dopo i tagli del nastro a Pradamano e Tolmezzo, infatti, l’azienda che ha il suo quartier generale a Udine, ma con sedi a Trieste, Padova, Milano e Prato, da pochi giorni può fare affidamento anche su una struttura di 16 mila metri quadri di magazzino nella Zona Industriale di Budoia, a pochi chilometri da Pordenone. Il nuovo centro di Budoia, che si estende su una superficie complessiva di 40 mila metri quadri, sorge dove fino a qualche anno fa era operativo lo storico mobilificio della Poletti Spa, diventato ora un nuovo polo logistico. Tra i due comuni friulani e quello pordenonese, dunque, la superficie complessiva dei soli edifici dedicati alla logistica di Ceccarelli Group arriva a oltre 30 mila metri quadri.
Una scelta, quella di optare per il recupero e la ristrutturazione di edifici già esistenti, che va nella direzione di non consumare nuovo suolo e propendere invece per la riqualificazione di aree dismesse, proprio come già accaduto con il polo logistico di Pradamano e di Tolmezzo.
«Coerentemente con la nostra visione aziendale orientata alla sostenibilità – spiega il presidente di Ceccarelli Group, Luca Ceccarelli –, abbiamo deciso di non costruire edifici, ma di riqualificare quelli esistenti. Scegliamo immobili che presentino caratteristiche che li rendano adatti allo stoccaggio di ogni tipo di merce e che, quindi, siano a norma con dotazioni quali ad esempio, sprinkler ed evacuatori di fumo che consentano di sopportare un adeguato carico d’incendio, nonché sistemi di antifurto e videosorveglianza all’avanguardia».
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La decisione di puntare sul pordenonese, dopo il capoluogo friulano, la Carnia e Trieste, dove Ceccarelli ha già una sua sede dal 2010, deriva dalla collocazione strategica dell’area della destra Tagliamento. «L’ex provincia di Pordenone, ma in generale il vicino Veneto orientale, – spiega ancora Ceccarelli –, sono aree molto vivaci… e ci sono in cantiere diversi progetti sul fronte delle infrastrutture stradali».
Per quanto riguarda le risorse umane, lavoreranno nel polo pordenonese due persone in ufficio e 6 in magazzino, che saliranno ad 8 non appena si arriverà a pieno regime.
Un mercato in evoluzione
«Quello nel pordenonese – spiega ancora Luca Ceccarelli – è uno dei più grossi investimenti operati nella storia dal Gruppo. Tra immobile, ristrutturazione e attrezzature abbiamo stanziato 5 milioni di euro. Negli ultimi anni, in particolare dopo la pandemia – continua –, sono emersi tutti i limiti delle supply chain globali. Il just-in-time è stato messo in crisi dalle interruzioni delle catene di fornitura dovute ai fattori più diversi che ben conosciamo, dal blocco del Canale di Suez e quello dei porti, dalla Brexit, dal Covid, dall’esplosione dei prezzi dei noli dei container. Per questo oggi esiste una tendenza al reshoring, o near shoring dei fornitori. Le aziende vogliono avere in casa o molto vicino le merci e bypassare così i colli di bottiglia che hanno bloccato il business nell’ultimo periodo».
Non è un caso se gli 8 mila e 500 metri quadri di Pradamano sono stati riempiti in un mese e mezzo e il polo di Tolmezzo, quasi completamente occupato, è arrivato a saturazione in tre mesi. Quello di Pordenone, dunque, ha ottime possibilità di risolvere i problemi di spazio di molte aziende del territorio.