19/08/2024

La rivolta accaduta nel carcere di Trieste riporta in primo piano una situazione oggettivamente insostenibile, che richiede interventi urgenti. Intanto nuovi appelli si levano da esponenti politici locali.

“Un disastro ampiamente annunciato e che le istituzioni dovevano riuscire a prevenire”.

E’ quanto dichiara la consigliera regionale Giulia Massolino, in riferimento alla rivolta dei detenuti in carcere a Trieste, la notte scorsa.

“Durante il mio precedente sopralluogo, in aprile – scrive in una nota l’esponente del Patto per l’Autonomia-Civica Fvg – operatrici e operatori del carcere, esasperati, avevano descritto la situazione come una polveriera pronta a esplodere, i cui effetti avrebbero coinvolto la città tutta. Le condizioni di grave sovraffollamento aggiunte al caldo torrido hanno innescato la scintilla”.

“Abbiamo chiesto una nuova ispezione per dimostrare vicinanza sia a operatrici e operatori, sia alle persone recluse – annuncia Massolino -. Sono mesi che affermiamo che tutte le istituzioni avrebbero dovuto agire con urgenza per far fronte a una vera e propria emergenza umanitaria. Oltre alla partecipazione alla staffetta di digiuno lanciata dal Garante di Udine e alla maratona oratoria organizzata dalla Camera Penale – ricorda l’esponente del Patto per l’Autonomia – abbiamo chiesto un’audizione in commissione consiliare di tutti i soggetti coinvolti, che da regolamento avrebbe dovuto tenersi settimane fa, ma non è stata convocata”.

Purtroppo – conclude Massolino – la solidarietà di tanti cittadini verso il trattamento inumano di chi deve scontare una pena non basta. È ora che le istituzioni, tutte, se ne facciano carico”.

“Esprimo preoccupazione per quanto avvenuto nel carcere di Trieste la notte scorsa. Il diritto alla

libertà è secondo solo al diritto alla vita. E le persone private della propria libertà devono essere messe nelle condizioni di vivere in modo dignitoso”.

Lo afferma in una nota Andrea Cabibbo, capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale che invita a “pensare alle guardie, agli educatori penitenziari e a tutti i lavoratori costretti a reggere un peso, spesso non solo psicologico, molto ingente a causa di una situazione che ricorda una polveriera che periodicamente pare sul punto di esplodere a causa del noto fenomeno del sovraffollamento”.

Cabibbo annuncia, quindi, “una mozione ad hoc per sollecitare un rapido intervento contro il sovraffollamento, anche in linea con documenti già presentati lo scorso anno, sia in Regione che nel Comune di Pordenone, che ha avviato le procedure per istituire un garante per le persone private della libertà individuale”.

“Il tema della dignità umana sovrasta ogni considerazione di parte e qualsiasi illazione politica – rimarca l’esponente forzista -. É doveroso ricordare che chi oggi è un detenuto, sarà, in un futuro più o meno prossimo, un cittadino libero che dovrà reinserirsi nel tessuto sociale e recuperare un ruolo attivo in seno alla comunità”.

Secondo Cabibbo “il carcere deve essere un luogo anche di formazione e di reskilling propedeutico a un nuovo inizio. Doveroso è anche provvedere alla tutela psicologica e fisica di chi lavora in un contesto così delicato e maneggia quotidianamente una materia complessa in cui si intersecano anche sentimenti quali rabbia, desolazione, frustrazione”.

“La mozione – conclude il consigliere di Maggioranza – è volta a sollecitare le autorità competenti a giungere ad una soluzione rapida legata al sovraffollamento nelle carceri della nostra regione, per tutelare i diritti di chi è privato della libertà e anche di chi presta un servizio nelle carceri”.

In una nota il consigliere regionale Francesco Russo (Pd), riferendosi in particolare alla situazione delle carceri di Trieste.

Scrive che “Credo …sia arrivato il momento di una presa di posizione unitaria di tutto il Consiglio regionale per sollecitare il Governo nazionale a intervenire sulla situazione evidentemente insostenibile delle carceri e di farlo quanto prima, già a partire dalla conversione del decreto legge attualmente in discussione alle Camere”.

“La situazione era ben nota da tempo – prosegue Russo – soprattutto a chi di noi è capitato spesso di visitare la realtà del carcere triestino. Più volte, infatti, negli ultimi anni l’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale si è trovato a raccogliere le segnalazioni del professor Pittaro, autorevole garante regionale per i diritti della persona che ha richiamato le condizioni molto precarie in cui non solo i detenuti, ma anche gli operatori e la Polizia penitenziaria (cui esprimiamo tutta la nostra vicinanza e solidarietà) sono costretti a vivere”. “Inutile stupirsi oggi di una rivolta, tutto sommato pacifica, che mette a nudo impietosamente trattamenti e l’incapacità di dare risposte anche ai richiami della Corte europea”. Secondol’esponente del Pd “vanno trovate non solo le risorse per aggiornare le strutture carcerarie, ma anche e soprattutto penealternative nella prospettiva, per esempio, della giustizia riparativa citata dalla riforma Cartabia, in particolare per lecondanne più lievi, anche per applicare fino in fondo la Costituzione, laddove prevede percorsi di rieducazione e direinserimento nella società”.

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E in redazione giunge anche la lettera di ringraziamento a tutti coloro che sono intervenuti per la gestire l’emeregenza da parte del direttore generale di ASUGI, Antonio Poggiana. La rilanciamo anche perchè è testimonianza delle forze messe in campo e dei relativi costi sulle spalle dei contribuenti, per fronteggiare situazioni che richiedono che richiederebbero ben altre risposte che non quelle emergenziali.

Ringraziamento per la gestione dell’emergenza Coroneo

La Direzione Generale di ASUGI in seguito all’emergenza dovuta alla rivolta presso il carcere in via del Coroneo a Trieste, vuole ringraziare tutto il personale sanitario e di supporto che ha contribuito alla messa in atto del Piano interno per le maxi emergenze.

Si vuole mettere in luce il grande impegno professionale, che in queste situazioni di emergenza, ha permesso di gestire correttamente una situazione potenzialmente molto rischiosa.

La messa del piano per la gestione di questa situazione emergenziale ha previsto:

Per quanto riguarda la parte ospedaliera, dopo l’allarme della SORES si è proceduto ad allertare il Pronto Soccorso, ad avvertire la Direzione Sanitaria, i coordinatori infermieristici del Pronto Soccorso, il medico d’emergenza-urgenza (MEU), la coordinatrice di anestesia, rianimazione e terapia antalgica (ARTA), la responsabile di Piattaforma, la Guardia Anestesiologica e il direttore delle professioni sanitarie. .

Si è proceduto con l’attivazione del Piano di Emergenza Interna per il Massiccio Afflusso dei feriti (PEIMAF), che ha comportato:

il richiamo in servizio di 4 medici del Pronto Soccorso (già in servizio nel pomeriggio), la responsabile della MEU, 8 infermieri del

Pronto Soccorso, 2 oss e 2 ausiliari

lo sgombero dell’area triage dei pazienti non urgenti

lo sgombero delle aree di degenza del Pronto Soccorso (OBI) di pazienti non critici, verso le aree di ricovero disponibili in ospedale

la ridistribuzione del personale del Pronto Soccorso nelle aree assistenziali

lo sgombero di 5 letti di degenza in MEU

l’attivazione di 2 posti di Rianimazione Terapia intensiva e 2 carrelli d’urgenza supplementari

Sono stati inoltre allertati i medici reperibili e preallertati gli infermieri liberi di ARTA

Per gestire l’emergenza in loco, sono state messe in campo 10 ambulanze e 2 auto mediche.

Sono quindi intervenuti sul posto:

4 ambulanze ASUGI

2 ambulanze della Croce Rossa Italiana

2 ambulanze della Croce Verde di Gorizia

2 ambulanze della S.O.G.I.T. Croce di San Giovanni

1 auto medica ASUGI

1 auto medica SORES

Tutti i mezzi sono intervenuti con tutto il personale sanitario e di supporto per poter gestire in maniera adeguata tutte le fasi di

emergenza.

La direzione di tutte le attività è stata gestita in modo coordinato da ASUGI e SORES.

Oltre al personale sanitario è stato preallertato ed ha contribuito supportando con la trasmissione delle corrette e puntuali informazioni verso la stampa e la popolazione il servizio della SSD Comunicazione, URP, Relazioni Esterne e Ufficio Stampa.

Il direttore generale, Antonio Poggiana, porge i suoi più sentiti ringraziamenti a tutto il personale ASUGI e SORES, territoriale ed ospedaliero, e a tutte le associazioni e ai volontari operanti sulle ambulanze, che con il loro lavoro e dedizione hanno permesso di superare in modo ottimale questo difficile episodio.

Il Direttore Generale di ASUGI

Antonio Poggiana

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