13/09/2024

Ha una dotazione di 600 mila euro il terzo Bando Welfare lanciato dalla Fondazione Friuli in sinergia con le istituzioni e il contributo di Intesa San Paolo. Domande entro il 28 febbraio e informazioni su sito fondazionefriuli.it.

Obiettivi del bando sostenere progetti per persone anziane non autosufficienti, contrastare la solitudine, interventire per minori in condizioni di disagio e per le persone con disabilità psico-fisica. Si guarda con attenzione a progetti innnovativi per domiciliarità e teleassitenza…Giuseppe Morandini, presidente di Fondazione Friuli…

(ascolta il servizio audio…barra in alto)

Il Bando Welfare è stato presentato nella sede della Fondazione Friuli a Udine alla presenza del Presidente dell’Istituto, Giuseppe Morandini, del Direttore Servizio Integrazione sociosanitaria della Regione Friuli Venezia Giulia, Ranieri Zuttion, del Direttore Area Imprese FVG di Intesa S.Paolo, Rudi Adami e del vicepresidente della Giunta regionale nonché Assessore alla Salute, Riccardo Riccardi.

Il bando prevede come presupposto una partnership tra soggetti pubblici ed enti del Terzo settore e, oltre alla loro progettualità, per la sua attuazione sono fondamentali la collaborazione con le Istituzioni, in primis la Regione, e il contributo di Intesa San Paolo. in un biennio l’istituto bancario ha partecipato a più di cento interventi all’anno.

Nel biennio 208-2019. la Fondazione Friuli ha deliberato per i precedenti Bandi Welfare 1 milione e 46 mila 400 euro a fronte di un costo totale di progetti presentati pari a 3 milioni e 986 mila 634 euro.

Nell’ambito dell’autonomia abitativa, dell’inclusione, del recupero del tessuto economico e sociale delle zone montane, dell’innovazione a sostegno della domiciliarità, sono stati 64 gli interventi con un effetto moltiplicatore del 3,8.

Nell’intervento di apertura in conferenza di presentazione, il Presidente Giuseppe Morandini ha esordito con soddisfazione sul restyling grafico dei bandi, orientati al bianco e nero delle fotografie di Tina Modotti, un omaggio alla grande fotografia, che si allargherà anche ad altre pubblicazioni ed iniziative (come quella del bilancio per esempio) per valorizzare il grande patrimonio della fotografia friulana.

Morandini ha voluto sottolineare che i veri protagonisti del Bando Welfare saranno coloro che presenteranno i progetti in quanto la Fondazione si limita a ricevere le indicazioni ed orientare il contributo verso le priorità e metodologie utili allo sviluppo della socialità nelle due province.

Mostrando sulla mappa i puntini relativi agli interventi della Fondazione nel territorio e augurandosi che possano colorarla completamente, il Presidente ha parlato di fragilità sociali, di innovazione nell’assistenza a distanza e soprattutto della solitudine che, con un approccio culturale orientato alla soluzione dei problemi, vada cercata e individuata attraverso la corresponsabilità sociale. Sulla dimensione sociale degli interventi della Fondazione, Morandini ha ricordato che anche il Bando sul Restauro ne ha una componente. In due anni sono stati 16 gli interventi su edifici dismessi o abbisognevoli di aggiornamenti strutturali, che poi sono diventati sedi di attività sociali che generano valore. Particolare l’attenzione della Fondazione verso le fattorie sociali, che possono constribuire al rilancio di territori marginali.

Il Direttore Servizio Integrazione sociosanitaria della Regione Friuli Venezia Giulia, Ranieri Zuttion, ha toccato alcuni aspetti della crisi che ha investito il sistema socio sanitario a causa di un processo di fragilizzazione sociale di cui proprio la solitudine è uno degli elementi importanti.

Per evitare che il Welfare continui ad essere ricettacolo di una visione individualizzata che alla fine ne minerebbe la sostenibilità, è necessario che il sistema diventi fatto sociale e relazionale, bene indiviso, indivisibile da progettare e produrre assime, in una logica di globalità dei rapporti che coinvolga strutture, famiglie, individuie e associazioni. Si vince la deriva tecnocratica degli apparati di Welfare attraverso un nuovo patto culturale di solidarietà e riconoscendo che nessuno si salva da solo e che dalle proprie debolezze e vulnerabilità può rinascere un rinnovato patto di convivenza – ha affermato Zuttion – . In quesa direzione si deve guardare alla norma dei parternariati pubblico-privato, non solo in una logica di innovazione ed approccio tecnologico ma all’interno di un processo integrato che comprende la dimensione umana, culturale e organizzativa dell’intera comunità, lavorando ad infrastrutture istituzionali ed organizzative che siano in grado di mette a valore le relazioni sociali.

Rudi Adami di Intesa San Paolo, portando i saluti del direttore dell’istituto per FVG, Veneto e Trentino Alto Adige , Renzo Simonato, assente giustificato, ha affermato che gli obiettivi economici di Intesa San Paolo, naturali di una attività bancaria, sviluppano nel loro orizzonte l’impegno alla sostenibilità sociale, mantenendo in relazione i valori dell’economia reale con quelli dell’economia sociale…Adami ha citato le azioni concrete dei 10 pasti giornalieri e dei 6 mila posti letto in un mese resi possibili in regione grazie a Intesa San Paolo che, dal 20 gennaio, avvia anche la “Banca d’Impatto” a rappresentare il terzo settore.

Sulla necessità e visione di un nuovo registro culturale per il settore socio sanitario, l’assessore alla salute del Friuli Venezia Giulia, riccardo riccardi riccardi ha detto che la partita non sarà vinta se non si superano tre equivoci di fondo: che la sanità è solamente un pezzo della salute, che tutti gli aspetti che riguardano la salute non si risolvono dentro l’ospedale e che, avendo scelto di mantenere tutte le strutture sanitare, le più piccole devono avere la determinazione e responsabilità di specializzarsi, non solo per un problema di natura economica ma per creare condizioni di competenza multidisciplinare, per contribuire ad un innalzamento della qulità delle cure. Si tratta di una sfida culturale, complicata ed epocale. L’Assessore ha sottolineato l’importanza di temi come quello dell’accreditamento per garantire l’efficacia di un sistema privato-sociale, con norme che consentano di affidare una parte dei servizi pubblici al sistema di cooperazione sociale, ovvero a persone che vivono in condizioni di svantaggio, anche se si tratta di un tentativo tanto doveroso quanto difficile da relaizzarsi, a causa della probabile impugnazione da parte dello Stato, ma va comunque tentato. E la sifida culturale si gioca su tutte le partite , dall’invecchiamento attivo alla degenza intermedia, dalla vita che prosegue al di fuori delle strutture sanitare alle possibilità che offre la tecnologia attuale in temini di assistenza al di fuori delle strutture sanitarie; altra sfida culturale di cui non bisogna aver paura…

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