Dall’inizio del lockdown ad oggi sul sito e i canali Social del Teatro Verdi di Pordenone è presente una ricca programmazione “on demand”, ideata e realizzata direttamente dal teatro con i suoi consulenti artistici. Proposte per tutti i gusti e tutte le età, dai consigli di ascolto musicale, alle letture teatrali, fino alle favole e l’opera lirica per i più piccoli, anche con innovativi eventi multimediali interattivi. Un progetto artistico e di formazione che ha preso il via in queste settimane ma che il Teatro continuerà a perfezionare anche in futuro.
Il Verdi, però, adesso rilancia per spostare, sempre di più, l’attenzione sugli artisti. “Il mondo dello spettacolo vive grazie alla presenza degli artisti, spiega il Presidente Giovanni Lessio – e agli artisti più giovani, che non possono contare sulla notorietà o su una situazione economica già consolidata – vanno date nuove possibilità di lavoro e sostentamento”.
Il Verdi di Pordenone lancia quindi un appello perché agli artisti sia permesso di lavorare eseguendo le loro prestazioni direttamente sul palcoscenico del teatro, anche in assenza di pubblico. Il teatro pordenonese si farebbe carico non solo di retribuire le performance, ma anche di registrarle in forma professionale per poi rilanciarla sui suoi canali web, se non addirittura in diretta streaming.
Al primo posto, naturalmente, resterebbe il massimo rispetto delle disposizioni vigenti per la tutela della salute degli artisti e di tutto il personale coinvolto.
Pur conscio che le attuali direttive nazionali e regionali non prevedono “aperture” per le attività di spettacolo, spiega ancora Lessio, credo che questo appello e queste proposte rappresentino un utile spunto di indirizzo verso quanto è ora indispensabile progettare per le prossime fasi della pandemia.
L’auspicio sarebbe anche quello di poter regalare alla città un evento di grande forza simbolica, ovvero festeggiare il prossimo 28 maggio il 15° anniversario dell’inaugurazione del Verdi con un concerto “open air” sulla scalinata d’ingresso del teatro, con la registrazione per i canali web e l’eventuale possibilità di essere fruita in sicurezza da un pubblico contingentato e distanziato.
“Se attendiamo un anno, un anno e mezzo, prima che l’artista possa tornare a svolgere il proprio mestiere, rischiamo davvero che il mestiere stesso sia messo in serio pericolo – spiega il pianista di fama mondiale e consulente artistico del Verdi Maurizio Baglini – bisogna preservare la professione della figura dell’artista. Per esistere, per non spegnersi, l’artista deve potersi misurare con la performance dal vivo, che ci sia pubblico in presenza, o meno. Solo attraverso l’appuntamento ufficiale l’artista può migliorare, sentirsi motivato a continuare a studiare, a progredire. Trovo quindi davvero opportuno che qualche illuminata Istituzione culturale possa pionieristicamente farsi carico, in questo momento, di questa missione sociologica fondamentale: permettere all’artista di continuare a suonare e ad essere retribuito per ciò che sa fare. Il Verdi di Pordenone è una volta di più un passo avanti nell’ideare formule di educazione culturale innovative».
L’appello del Verdi ben si sposa con la sensibilità del pubblico pordenonese, che sta aderendo numeroso alla campagna nazionale #iorinuncioalrimborso, che abbraccia il mondo teatrale e che aiuta il Teatro a proseguire la sua attività culturale a distanza.