Mancano giovani autisti di camion e le aziende di trasporto, vedendo aumentare l’anzianità dei propri conducenti, si cercano candidati all’estero. Il fenomeno è dovuto all’alto costo che un giovane deve sostenere per ottenere i titoli necessari per guidasre un camion, fio a 45oo euro. IL motivo è nell’obbligatorietaq a corsi ed esami per conseguire la CQc, una sorta di patente paralle a qella di guida C+E. ILproblema è nazionale ma si sente particolarmente in Friuli Venezia Giulia. è stato ribadito dal Bernardino Ceccarelli, Vice Presidente dell’Associazione regionbale Piccole e Medie Industrie , in un incontro con l’on. Paolo Coppola del PD. Egli porterà la questione nelle sedi più opportune per esplorare le strade che possano portare a un contenimento dei costi per i candidati autisti.
L’elevato costo è imputabile al fatto che l’aspirante conducente non deve soltanto frequentare i corsi per il conseguimento della patente e sostenere i relativi esami (di categoria C+E per autotreni e autoarticolati), ma deve anche obbligatoriamente frequentare corsi e sostenere esami di idoneità per ottenere la carta di qualificazione del conducente, la CQC, una sorta di patente parallela.
Questa situazione – ha continuato Ceccarelli – trae origine da una direttiva europea del 2003 ed è la dimostrazione di come da un giusto principio si possa giungere a una sua degenerazione in sede applicativa. Semplificando al massimo, a seguito dell’introduzione della patente a punti la CQC consente al conducente professionale di poter disporre di 20 punti aggiuntivi ai 20 disponibili sulla patente “ordinaria”, per il caso in cui la sottrazione di punti riguardi violazioni del codice della strada commesse nell’ambito della guida professionale. La sottrazione conseguente a queste ultime avverrebbe, quindi, solo a carico della CQC e non anche della partente ordinaria.
Ma l’elevato onere finanziario per l’acquisizione di entrambi i titoli sta allontanando i giovani da questa professione con la conseguenza che le imprese di autotrasporto si ritrovano con un’età media del personale conducente sempre più elevata e nella necessità di assumere autisti di altri Paesi.
L’on. Coppola ha concordato sulle perplessità espresse e, sebbene il problema abbia una portata nazionale, ha riconosciuto che in Friuli Venezia Giulia acquisti una valenza particolare in considerazione del più grave quadro economico che caratterizza il settore rispetto al resto d’Italia. Lo rappresenterà, pertanto, nelle più opportune sedi e concorrerà unitamente all’API ad esplorare le strade che possano portare a un contenimento dei costi in questione per i candidati autisti. Non è accettabile, infatti, che una professione redditizia e un tempo ambita da giovani volenterosi finisca con l’essere disincentivata da un tale impedimento che, per di più, va ad aggravare su chi è in cerca di occupazione.