01/02/2025

In una nota emesse dall’ufficio stampa dei Confindustria Udine, il presidente dell’associazione, Adriano Luci, risponde alla domanda sul se andrà a votare o no.
 
“Certo, andrò a votare- afferma Luci-  ma più che a guardare quello che succederà domenica e lunedì, il mio interesse principale va a martedì prossimo per capire se chi ci governerà, chiunque esso sia, metterà finalmente in atto quelle riforme ineludibili di cui hanno bisogno l’Italia e la nostra economia”.
 Adriano Luci, si definisce  spettatore ‘deluso’ di una tormentata campagna elettorale piena di promesse e annunci eclatanti.
“Stenderei un velo pietoso – sottolinea Luci – su quello cui abbiamo assistito in queste settimane visto che di parole, di insulti e di delegittimazioni reciproche ne abbiamo sentite davvero tante, mentre invece si è parlato molto poco di temi cari a noi imprenditori come il rilancio del manifatturiero italiano, la riforma della macchina amministrativa e il ripristino della fiducia. Ciò che mi preme ora, lo ribadisco, è voltare pagina e guardare a dopo il voto”.
Per il presidente di Confindustria Udine l’elenco delle cose da fare è lungo.
“L’Italia è in recessione e dubito fortemente che il 2013 sia davvero l’anno della ripresa. Da qui – evidenzia Luci – la necessità di affrontare, sin da martedì prossimo, almeno quattro priorità per rilanciare la crescita: in primo luogo rendere effettivamente esigibili i crediti che le aziende vantano nei confronti della pubblica amministrazione (dai 60 ai 70 miliardi di euro); avviare poi da subito una massiva operazione di semplificazione degli adempimenti burocratici ed amministrativi che ostacolano le attività di impresa e gli investimenti; attuare, quindi, una seria, graduale e credibile riduzione della pressione fiscale con una priorità inderogabile per il taglio del cuneo fiscale riconoscendo la rilevanza del fattore lavoro sia dal punto di vista del rilancio della produttività sia da quello del sostegno ai consumi; avviare una azione mirata e selettiva di riduzione della spesa pubblica”.
C’è anche una quinta priorità, meno dibattuta, su cui Luci invita a riflettere: “Occorre favorire la competitività tra imprese in un mercato libero in cui tutti partano alla pari. Vanno riviste cioè le distorsioni create dal ‘concordato con continuità’, una legge mutuata dal mondo anglosassone  per risolvere le grandi crisi aziendali: questa normativa, pur ampiamente condivisibile nelle sue finalità, comporta così com’è pensata una situazione di grave disequilibrio nel nostro sistema economico con imprese ‘fuori mercato’ che, sfruttando le opportunità date loro dal concordato, fanno concorrenza anomala alle aziende sane del Paese”.  

 fonte confindustria

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