Il 19 ottobre 2018, alle ore 9.00, presso la Sala Valduga della Camera di Commercio di Udine avranno inizio i lavori della quattordicesima edizione del Forum internazionale dell’Euroregione Aquileiese. Attesi più di cinquanta illustri ospiti che provengono da quindici diversi paesi.
Il Forum costituisce uno dei momenti più preziosi ed importanti di confronto internazionale con le Istituzioni dei Paesi centro-europei e balcanici, che dal 2004 l’associazione Mitteleuropa, presieduta dal console Onorario della Repubblicas ceca, Paolo Petiziol, propone in Friiuli Venezia Giulia, con il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Ministero degli Affari Esteri e con la collaborazione della Regione Friuli Venemzia Giulia e del CEI.
Il prestigio della pluriennale iniziativa è testimoniata da passate partecipazioni del già Presidente della Repubblica Ceca Vaclav Klaus, del già Segretario Generale OSCE Lamberto Zannier e del Commissario Europeo alla Cultura Tibor Navracsics, atteso, quest’ultimo, anche in questa edizione. La rete di relazioni intessuta negli anni da Paolo Petiziol e dall’Associazione ha permesso al Forum di essere un momento di riflessione e di condivisione tra politici, diplomatici e alti funzionari governativi di almeno una quindicina di paesi che, ogni anno, raccolgono nuovamente l’invito a partecipare.
Questa sedicesima edizione del Forum pone sotto la lente una volta di più un’Europa tradita, più fragile e frammentata che mai, mentre assistiamo al propagarsi di focolai d’instabilità nel Continente stesso: Ucraina, Moldova, Caucaso, Bosnia Erzegovina, Macedonia, Grecia, Spagna, per citarne solo alcuni, come pure all’intangibilità delle frontiere ripetutamente violate. Momento inquietante, che diviene drammatico se ampliamo lo sguardo all’altra sponda del Mediterraneo, infuocata da una guerra senza fine che continua a seminare morti, miserie, terrorismo e migrazioni di massa. Quale futuro attende questa Europa? Quali gli organi istituzionali per governarla? Quale la politica internazionale e diplomatica da sviluppare? Interrogativi di incombente importanza e attualità sui quali, secondo un consolidato format, è necessario riflettere e confrontarsi.
Nella conferenza stampa di presentazione del Forum, Paolo Petiziol ha sottolienato l’importanza argomenti a taratura internazionale, che non sono distanti ed intangibili, soprattutto in una regione di confine dove la politica internazionale dovrebbe essere la cosa più importante Certo, le relazioni internalzionali non portano voti, però è bene sottolineare che portano soldi. E la nostra economia regionale ne ha bisogno.
Il presidente della Fondazione Friuli, Giuseppe Morandini, ricordsando il patrimonio assoluto costituito dall’attività dell’associazione Mitteleuropa, ha aggiunto che l’attività diplomatica parallela, ( quella che in definitiva svolge l’associazione) merita un riconoscimento particolare perché costruisce e poi rinsalda il patrimonio delle relazioni e dei rapporti stessi.
Non di secondo piano – ha ricordato ancora Morandini – il coinvolgimemento che Mitteleuropa promuove dell’Università, abbinando alle attività di diplomazia economia quelle orientate alla cultura e alla scienza
L’università è stata sempre coinvolta e presente, elemento fondamentale per costruire una piattaforma relazionale utile a chiunque voglia costruire relazioni con l’Europa centrale e l’area balcanica.
Parlando di Europa, il presidente della Fondazione ha richiamato la necessità di assoluta manutenzione che non si piò fare Stato per Stato, o la si fa tutti assieme, oppure non può avere gli effetti che tutti noi speriamo. “Questo è il messaggio passato dai forum precedenti”.
L’assessore regionale alla cultura, Tiziana Gibelli, ha commentato che da questo Forum possono uscire spunti interessanti, che ci indichino un percorso di rinsaldamento delle relazioni, utile ad uscire da una condizione di sudditanza economica davvero pesante che l’Italia subisce da paesi forti, uno in particolare.Spunti e percorsi possibili, perché no, anche dal Friuli Venezia Giulia Udine, perché il dominio assoluto della diplomazia è finito da un bel pezzo.