24/07/2024

Di Marco Mascioli

Il 2023 sarà l’anno delle elezioni in Friuli Venezia Giulia sia a carattere regionale, sia per 19 Comuni tra cui i più popolosi sono Udine (quasi cento mila) e Sacile (PN) (quasi venti mila). Per cui ora è il momento di tirare le somme e, oltre a considerare le promesse elettorali per il futuro, dobbiamo vagliare quanto fatto nell’ultimo quinquennio. 

A livello regionale ci sono tantissimi progetti inconclusi, probabilmente avviati in ritardo, che però potrebbero vedere la luce entro la scadenza del mandato. Pensiamo alle garanzie fatte per il ritorno delle province (siamo l’unica regione in Italia senza), che ancora oggi sono in divenire. 

Dal punto di vista della sicurezza siamo comunque sempre considerati quasi un paradiso terrestre, nei confronti di altri territori e la principale peculiarità della nostra regione rimane comunque la lingua. Pertanto l’assessore regionale alle autonomie locali, funzione pubblica, sicurezza e immigrazione Pierpaolo Roberti, il cui indirizzo politico è stato quello di rafforzare il plurilinguismo, non solo per un fattore culturale e identitario, ma proprio perché rappresenta un elemento importante nella difesa dell’autonomia del Friuli Venezia Giulia. 

Uno dei processi evolutivi a favore della peculiarità della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia è il sito del CAL (Consiglio delle Autonomie Locali del Friuli Venezia Giulia), completamente rinnovato nella veste grafica e nei contenuti, a disposizione di cittadini e Comuni per incrementare la partecipazione alle politiche regionali e il coinvolgimento nelle principali scelte istituzionali. Il nuovo sito del CAL, consultabile qui https://consiglioautonomie.regione.fvg.it/it, è a disposizione di cittadini e Comuni per incrementare la partecipazione alle politiche regionali e il coinvolgimento nelle principali scelte istituzionali.  

Dobbiamo anche considerare che le complicazioni impreviste e i problemi, questa amministrazione regionale non se li è andati a cercare. Abbiamo avuto la tempesta Vaia, prima del Covid e ora la crisi e l’immigrazione degli ucraini in guerra. Problemi non di poco conto cui far fronte. 

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