«Dispiace che a un amico come Georg Meyr sia toccato assumersi una responsabilità così grave». Il deputato goriziano di Forza Italia Guido Germano Pettarin commenta così l’esito della seduta del consiglio di amministrazione della Fondazione Carigo, convocato d’urgenza per il pomeriggio di ieri, 23 gennaio, durante la quale il docente dell’Università di Trieste è stato eletto vice presidente. «Prendo atto con rammarico che la presidente Demartin non abbia avuto il coraggio di rinviare, come ripetutamente richiesto, il cda della Fondazione Carigo di ieri e non abbia colto l’occasione per fare la dovuta chiarezza sugli eventi più recenti e sui gravissimi dissidi che hanno portato alle dimissioni dell’ex vice presidente Marino Zanetti. I cittadini goriziani e isontini hanno il diritto di essere informati su quanto accade tra le mura di via Carducci; non farlo è uno sfregio all’opinione pubblica». Un pensiero, poi, alla figura del nuovo vicepresidente. «Lo spessore del professor Meyr è indiscutibile, saluto la sua elezione e gli auguro un proficuo lavoro. E proprio per questo chiedo anche a lui, vista la responsabilità che ha coscientemente assunto, di impegnarsi a fare chiarezza su quanto accaduto e dare garanzie sull’efficace e prudenziale gestione della Fondazione.
Dia lui risposta alle domande che ho già rivolto alla presidente e rimaste senza risposta, per smentire con fermezza le voci che circolano in città e che descriverebbero una fondazione in difficoltà, tra immotivati aumenti dei costi amministrativi e utilizzo abnorme delle consulenze, tra perdite rilevanti negli investimenti e proposte speculative di investimenti non coerenti con i profili prudenziali che la Fondazione deve assicurare, fino alle voci di presunta incompatibilità di componenti degli organismi e amministratori che verrebbero autorizzati anno per anno dalle relative Autorità di riferimento a far parte degli organismi medesimi e non autorizzati invece per tutta la durata del mandato. Meyr potrebbe inaugurare la sua vicepresidenza anche rassicurando tutti sull’infondatezza delle voci di minusvalenze latenti per oltre 1 milione di euro sul portafoglio degli investimenti azionari diversi da Intesa Sanpaolo, così come sulla non veridicità delle voci di un andamento preoccupante, in particolare, degli investimenti effettuati sulle piattaforme dedicate Sicav e sulla infondatezza delle voci che narrano di recenti modifiche ai regolamenti, con cui si sarebbe resa obbligatoria in tutte le commissioni la presenza della presidenza, con conseguente importante aumento dei costi e con realizzazione di fatto di un controllo totale sull’operato di tutte le medesime commissioni che, al contrario, dovrebbero poter lavorare in totale libertà per assicurare il massimo dei risultati utili.
Senza entrare nei dettagli delle cifre, se la Fondazione non vuole, saremmo felici di sentire l’Autorità di Vigilanza confermare la solidità dei conti della Fondazione. La trasparenza dei conti di via Carducci non può limitarsi alla pubblicazione su internet del bilancio 2017. Se non c’è nulla da tacere, si rendano pubblici i dati che di certo la fondazione già fornisce al proprio consiglio di indirizzo e al proprio cda. Meyr e Demartin non si trincerino dietro la natura
privatistica della fondazione che, come sanno, non può far passare in secondo piano un elemento fondamentale, vale a dire che il patrimonio della fondazione appartiene moralmente alla cittadinanza goriziana e isontina. Siamo tutti molto preoccupati per il futuro della fondazione».