“L’Europa luogo di superamento dei conflitti”, la manifestazione che si è tenuta oggi al Teatro Verdi di Gorizia in una città pavesata a festa, alla presenza dei Capi di Stato di Italia e Slovenia e della presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, ha raccolto nelle parole dei sindaci di Gorizia e Nova Gorica i temi della storia e le aspettative del presente.

Ettore Romoli (Sindaco Gorizia) e Debora Serracchiani (Presidente Regione Friuli Venezia Giulia) – Gorizia 26/10/2016
Il sindaco di Gorizia Ettore Romoli ha ricordato che “durante la Grande Guerra, la città subì un vero e proprio martirio”, colpita prima dai bombardamenti degli Italiani e successivamente degli Austriaci in ritirata. Il primo cittadino ha rievocato le nuove distruzioni e i nuovi lutti del Secondo conflitto, la successiva perdita dell’entroterra e la fase seguente agli Accordi di Udine che vide i rapporti tra le Istituzioni di oltre confine “via via meno rigidi e sempre più improntati a lungimiranti progetti di amicizia e di collaborazione”. Oggi, ha affermato Romoli, Gorizia è una città “che sa presentarsi all’Europa nella sua nuova forma di città matura, propositiva, moderna e ospitale”. Il Gruppo europeo di Cooperazione territoriale (Gect) con Nova Gorica e Sempeter-Vrtojba, esaltato anche dal Presidente Mattarella, può essere il prodromo, secondo il primo cittadino, di una “Zona economica speciale europea”.

Sergio Mattarella (Presidente Repubblica Italiana) e Borut Pahor (Presidente Repubblica Slovenia) – Doberdò del Lago 26/10/2016
Anche secondo il sindaco di Nova Gorica Matej Arcon, il Gect Go, che ha ottenuto 10 milioni di euro da destinare a progetti congiunti transfrontalieri, “rappresenta un enorme passo in avanti”, mentre un altro esempio è dato dal progetto Esimit Europa “che già dal 1995 cancella simbolicamente confini e unisce popoli”. “Oggi – ha potuto rilevare Arcon – collaboriamo in un clima di amicizia e ciò è fondamentale per il futuro”.
IL professor Georg Meyr, coordinatore del Sid (corso di Laurea in Scienze internazionali e diplomatiche) del Polo didattico e culturale dell’Università degli Studi di Trieste a Gorizia, ha parlato di una ricostruzione storica che “deve ormai essere definita serenamente condivisa” in un contesto in cui “sofferenze e difficoltà di un passato anche più prossimo appaiono superate”.

Debora Serracchiani (Presidente Regione Friuli Venezia Giulia) alla celebrazione ufficiale “L’Europa luogo di superamento dei conflitti”, al Teatro Verdi – Gorizia 26/10/2016
“La maturità dell’intera classe di governo europea, cioè del continente più ricco del mondo, sarà misurata sulla capacità di reagire in modo adeguato al fenomeno epocale delle migrazioni”.
E’ la riflessione portata dalla presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani alla platea del Teatro Verdi di Gorizia, alla presenza illustre dei Capi di Stato di Italia e Slovenia, Sergio Mattarella e Borut Pahor, in occasione della manifestazione all’insegna della riconciliazione che rievoca la “Presa di Gorizia” nella Prima guerra mondiale.
Serracchiani ha osservato che “un giorno denso di eventi e di significato” come quello odierno “ci assegna un preciso compito, etico e politico” che riguarda non solo le terre di confine agitate dai conflitti del Secolo breve ma anche le nuove sfide del presente prospettate all’Europa.
“La rottura della solidarietà europea – secondo Serracchiani – è una tentazione forte, perché promette che gli interessi nazionali e locali saranno difesi e ne trarranno vantaggio immediato. Per ora, però, constatiamo che l’Europa ci ha permesso di godere di un vantaggio a lungo termine, rappresentato da una pace duratura che è riuscita a contagiare i Balcani orientali”.
In tempi di nuovi conflitti e di terrorismo, la presidente della Regione ha posto una domanda di fondo: “I nostri Stati, le nostre case, saranno più sicuri senza le istituzioni europee? Oppure sarebbe saggio lavorare per rinsaldarle, dare loro anima, identità e forza per respingere le minacce?”
“Questa probabilmente – ha detto Serracchiani – è stata una delle terre in cui la lezione della storia è passata con maggiore durezza, tale da imprimersi quasi geneticamente in noi, e richiedendo una lunga elaborazione interna dei lutti prima di poter sfociare in potenti atti liberatori, come fu nel 2010 a Trieste lo storico Concerto dei tre Presidenti.
“Che le strade aperte qui a Gorizia e qui a Nova Gorica, in quel gioioso, straordinario inverno del 2007, non si chiudano mai più”. E’ la “speranza e l’appello” con il quale la presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani ha concluso il suo intervento