27/09/2023

Ha consigliato al medico di guardia l’immediata somministrazione di una dose di naxolone ad un neonato, entrato in pericolo di vita per crisi cardio-respiratoria. Salvo il neonato ma in carcere la protagonista della “consulenza” , l’infermiera Federica Vecchini, di 43 anni. Teatro dell’accaduto il reparto di pediatria neonatale del Policlinico di Borgo Roma a Verona, dove tra il 19 e il 20 marzo, il personale medico ha vissuto momenti concitati perchè non riusciva a capire come mai quel bimbo fosse entrato in blocco cardio-respiratorio. Il medico di guardia, dopo aver accolto il consiglio risolutore dell’infermiera ma anche insospettito da questa indicazione, ha comunicato l’accaduto alla direzione dell’azienda ospedaliera. Il naxolone è una sostanza che viene utilizzata in funzione antidroga. Come poteva sapere l’infermiera che il bambino aveva bisogno di un potente farmaco che contrastasse gli oppiacei? sono scattati così gli accertamenti interni fino all’intervento della procura. Dalle testimonianze sono emersi forti indizi a carico dell’infermiera, che sarebbe responsabile di aver somministrato al bimbo della morfina (attraverso il cuccio è l’ipotesi della questura) per farlo state calmo. Secondo una confidenza di colleghe, l’infermiera avrebbe definito “rognoso” il bambino, nel senso di fastidioso, perché piangeva continuamente. Così il bimbo è entrato tecnicamente in “overdose”. La donna dovrà ora rispondere di due pesanti capi d’accusa: quello di lesioni gravi e l’uso illecito di sostanze stupefacenti.
per approfondimenti link al Corriere del Veneto

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