13/09/2024

Ha suscitato attenzione europea lo studio italiano sugli effetti dell’infezione da Covid-19  nei bambini coordinato dall’Irccs Materno Infantile “Burlo Garofolo” ed effettuato in 28  centri (prevalentemente ospedali) di 10 regioni in Italia durante le prime settimane  della pandemia. Il lavoro ha analizzato 130 bambini con accertata infezione da Covid- 19, 67 dei quali (51,5%) avevano un parente infetto e 34 dei quali (26,2%) erano  affetti da altre malattie che nella gran parte dei casi erano patologie croniche di tipo  respiratorio, cardiaco o neuromuscolare.

Lo studio, che sarà pubblicato a breve sull’European Journal of Pediatrics, una delle più  prestigiose riviste internazionali di settore, conferma che la malattia ha uno scarso  impatto in età pediatrica. Nello specifico, anche se la popolazione dello studio era  selezionata (alto tasso di comorbidità) nel 75,4% dei casi (98 bambini) il Covid-19 si è  sviluppato in modo del tutto asintomatico o con sintomi lievi.  

«Mi complimento con tutti i professionisti – dichiara il Vicepresidente della Regione Fvg,  Riccardo Riccardi – che hanno partecipato allo studio che sarà pubblicato a breve  sull’European Journal of Pediatrics che evidenzia il fatto che il Covid-19 ha una minor  pericolosità nei bambini rispetto agli adulti».

«Si tratta di uno dei primi studi che si sono occupati di coprire il vuoto di informazioni  ancora esistente in Europa sugli effetti del Covid-19 sui bambini – spiega la dottoressa  Marzia Lazzerini, responsabile del Centro Collaboratore dell’Organizzazione mondiale  della salute (Oms) dell’Irccs Burlo e coordinatrice della ricerca -. Dai casi analizzati  emerge con evidenza – continua – il fatto che il Covid-19 dimostra una minore  pericolosità nei bambini rispetto agli adulti. In ogni caso, serviranno ulteriori studi per  comprendere al meglio gli effetti dell’infezione in particolare sui bambini con fattori di  rischio per malattia più severa. Per questo motivo al Burlo stiamo predisponendo, studi  di carattere longitudinale, per offrire ai bambini e alle loro famiglie ulteriori conoscenze  e soprattutto protocolli operativi. Inoltre, stiamo verificando, su un campione nazionale  di oltre 2500 bambini, se esistono fattori predittivi per la diagnosi di Covid-19. Infine –  conclude la dott.sa Lazzerini -, stiamo valutando le conoscenze, attitudine e pratiche legate alle modalità di diagnosi e tracciamento dei contatti, nonché l’impatto  dell’epidemia sulla qualità dei servizi materno-infantili in diversi paesi in Europa».

L’importanza dello studio coordinato dal Burlo è stata evidenziata anche dal Direttore  Generale dell’Irccs triestino che ha sottolineato come: «In un contesto generale ancora  aleatorio, è indispensabile avere il più possibile elementi di conoscenza aggiuntivi  rispetto a quelli oggi in possesso del mondo scientifico. Il lavoro svolto va in questa  direzione e costituisce un contributo alle valutazioni epidemiologiche legate alla  diffusione del virus».

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