23/07/2024

“Che io possa vincere, ma se non riuscissi – che io possa tentare con tutte le mie forze”
Per un atleta partecipare alle competizioni mondiali è sicuramente motivo di agitazione, grandi emozioni, massimo impegno, qualunque sia la disciplina. Probabilmente l’unica possibilità di riscontrare sensazioni più toccanti è quando si tratta di sportivi che hanno qualche disabilità. Conoscerli, vederli e tifare per loro, regala emozioni amplificate, appassionanti, entusiasmanti e commoventi.
Special Olympics è un programma internazionale di allenamento sportivo e competizioni atletiche per le persone, ragazzi e adulti, con disabilità intellettiva. Nel mondo sono oltre 170 i paesi che adottano il programma Special Olympics. Ogni anno una rappresentativa italiana è chiamata a partecipare alternativamente ai Giochi Mondiali (Invernali o Estivi) o a quelli Europei. I suoi programmi sono adottati in più di 170 Paesi. Si calcola che nel mondo ci siano 4.427.447 Atleti più di 4.000.000 i membri di famiglie e 1.364.144 i volontari che ogni anno collaborano alla riuscita di 81.129 grandi eventi nel mondo.

ernIMG_9430Si è appena concluso l’impegno in alta Valtellina che ha accolto per la seconda volta consecutiva una valanga di atleti (485) Special Olympics provenienti da quindici regioni, con e senza disabilità intellettiva che si sono sfidati nelle discipline invernali a livello nazionale: dalle racchette da neve, allo sci di fondo, dallo sci alpino allo snowboard con il floorball e il pattinaggio sul ghiaccio, ora tocca ai mondiali.
Per trentaquattro atleti Special Olympics i Giochi Nazionali Invernali hanno rappresentano un’importante preparazione in vista dei prossimi Giochi Mondiali in Austria, dal 14 al 25 marzo 2017. A tal fine Special Olympics Italia sta promuovendo la campagna di raccolta fondi #ioAdottoUnCampione con l’ambizioso obiettivo di coprire le spese della trasferta degli atleti italiani che rappresenteranno il nostro Paese all’evento.
Durante gli ultimi Giochi Nazionali Invernali Special Olympics a Bormio, quando in occasione della cerimonia di chiusura, sono state ufficializzate le convocazioni chiamando sul palco il Team Italia al completo, gli Atleti erano tutti increduli e colmi di gioia. Tra forti abbracci, strette di mano, pacche sulla spalla e qualche lacrima, ognuno ha preso coscienza della grande opportunità offerta, da vivere al meglio, in questo straordinario viaggio di sport e di vita.
L’Austria non è nuova ad accogliere eventi internazionali di Special Olympics: già nel 1993, a Salisburgo e Schladming, 1600 Atleti provenienti da 63 nazioni gareggiarono in cinque specialità sportive, sono stati i primi Giochi Mondiali invernali Special Olympics organizzati al di fuori degli Stati Uniti.
Dal 14 al 25 marzo 2017 oltre 2.700 Atleti con e senza disabilità intellettive, provenienti da 107 nazioni tornano a cimentarsi in 9 specialità dello sport invernale: pattinaggio artistico (tradizionale e unificato), pattinaggio di velocità su ghiaccio, floorhockey (tradizionale e unificato), floorball (tradizionale e unificato), corsa con le racchette da neve, sci alpino, sci nordico, snowboard e stickshooting. Dodici giorni di evento sviluppato su tre location: Graz, Schladming e Ramsau.

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Gareggiare in eventi internazionali in particolare, dona agli Atleti una grande opportunità di mettersi in gioco, aprirsi alla conoscenza di altre culture, crescere rendendosi più autonomi e consapevoli delle proprie potenzialità. Una possibilità che, quando viene colta e vissuta nella sua interezza, coinvolge non solo l’atleta ma anche tutta la sua rete di relazioni. Tutti tifano e si emozionano per loro, familiari, tecnici, volontari, amici e spettatori, moltiplicano il valore a favore della società intera.
Sono tutti bravissimi, s’impegnano moltissimo e praticare lo sport è una grande e profonda motivazione d’inclusione nella società, ma quando si conseguono ottimi risultati, meglio a livello internazionale, l’orgoglio è più che motivato.
Da Gemona del Friuli (UD) una ragazza che ha sempre avuto l’appoggio della famiglia per praticare lo sport, si chiama Luisa Polonia. Dal nuoto allo sci alpino, dalla Cina fino in Austria con numerose partecipazioni a eventi sportivi in giro per l’Italia; l’acquisizione di una maggiore consapevolezza nei propri mezzi, lo sport, nel corso del tempo, ha cambiato la vita di Luisa Polonia (sindrome di Down). Ora ha 35 anni, vive a Tolmezzo (UD) e ora ha la possibilità di sognare ancora, a distanza di dieci anni, con la partecipazione ad un evento mondiale.
ernIMG_9451A 18 anni Luisa ha provato l’emozione di partecipare alla traversata dello stretto di Messina su un percorso di 3,8 km, un’ora e 11 minuti di bracciate senza mai fermarsi e la soddisfazione di arrivare con forza ad un traguardo che in termini di fiducia ha significato tanto. Una vita impegnata che l’ha vista protagonista in coppia con Erik, suo partner nonché fidanzato, anche nella danza sportiva. Dai primi passi di ballo liscio si sono specializzati nel tango argentino vincendo a Rimini, nel 2009, 2010 e 2012, tre titoli nazionali ai Campionati Italiani di Danza Sportiva.
Luisa nell’attività sportiva è instancabile negli allenamenti e con una sempre maggior volontà di crescere e migliorarsi, anche grazie a un impegno costante della famiglia nel sostenerla. Lo sport può cambiare la vita di ognuno di noi, il percorso di Luisa ne è l’esempio. Dopo aver già partecipato ai Giochi Mondiali Estivi di Shanghai nel 2007 come nuotatrice, Luisa nei prossimi giorni sarà in Austria per partecipare, nello sci alpino, ai Giochi Mondiali Invernali. Ha vinto a Bormio (Sondrio) i campionati italiani con la medaglia d’oro sia in speciale, sia in super G, sia in combinata.
Per quest’anno Luisa Polonia è la portabandiera del Friuli Venezia Giulia per Special Olympics e nell’intervista traspare tutta la sua gioia e l’impegno profuso nell’attività agonistica, che sia il nuoto, il ballo, le bocce o le discipline invernali.
Marco Mascioli

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