Lo aveva dichiarato e denunciato più volte, di come il prelievo attraverso il Fondo di solidarietà ai Comuni virtuosi fosse basato su criteri ingiusti e quindi fosse da rivedere.
E ora che è giunta la sentenza di incostituzionalità (sentenza n. 129 del 2016) dell’art. 16, comma 6, del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, della Corte costituzionale, il sindaco Floriano Zambon chiede indietro il maltolto dando incarico allo studio legale avv. prof. Luca Antonini di agire per via stragiudiziale.
“Secondo i calcoli rispetto al 2013 siamo creditori dello Stato per 879.946,91 euro – spiega il sindaco Floriano Zambon – Nel 2013 avevamo versato la quota di 3.980.034,13 e lo Stato ci aveva riconosciuto 1.286.361,19 e si era trattenuto 2.700.00 euro. Di questi una buona fetta in modo improprio, stando alla sentenza della Corte Costituzionale. Metteremo in atto tutti gli strumenti a nostra disposizione per far valere le nostre ragioni. Oltre all’azione stragiudiziale, se servirà procederemo a pignorare i muri di Palazzo Chigi”.
L’azione legale affidata all’ avv. prof. Luca Antonini si riferisce all’applicazione del decreto all’anno 2013. In realtà però la sentenza apre un ragionevole dubbio anche su gli anni successivi, 2014 ed in special modo 2015. Se infatti nel 2014, a fronte di 3.987.201,15 versati, il Comune aveva ricevuto indietro 1.010.873,28 euro, nel 2015 era eclatante la sperequazione. Dei 3.988.430,76 versati al Fondo di solidarietà, il Comune di Conegliano aveva ricevuto indietro soltanto 26.536,06 euro.
“Stiamo facendo questa azione di rivalsa perché crediamo sia doverosa per la dignità della nostra città e dei nostri concittadini, oltre per una questione di diritto. Su una situazione a tinte chiaroscuro è infatti necessario che venga al più presto fatta chiarezza. – conclude il sindaco Floriano Zambon – In più stiamo già valutando di andare fino in fondo anche rispetto al 2015 dove la situazione è marcatamente penalizzante rispetto ad una realtà virtuosa come la nostra, ovvero di una amministrazione rispettosa del patto di stabilità e degli equilibri di bilancio, che ha pochi dipendenti e che eroga molti servizi al territorio, pagando tempestivamente i fornitori”.