L’emergenza che il nostro Paese sta drammaticamente vivendo sta ponendo sullo stesso piano di legittimità mediatica una ridda di decisioni, proposte, considerazioni, riflessioni che mescolano il vero al falso, l’intelligenza e il buon senso alle idiozie, queste ultime pascolanti al di fuori dei bar (chiusi) nonché anche pericolose se provenienti da figure istituzionali. Se poi sono anche precedute da ammissioni di illegalità siamo all’assurdo. Come lo è il governatore della Sicilia Nello Musumeci, che parla di ipocrisia quando non si nasconde il fatto che in Sicilia gran parte delle piccole imprese lavora e acquista merce con assegni post-datati, che sono illegali. E questo per dire, udite udite, che il Governo italiano dovrebbe – secondo Musumeci – introdurre una sanatoria almeno di sei mesi per gli assegni post datati a 30 giorni, in modo che chi li ha emessi e non può pagarli, non finisca protestato e quindi nella blacklist. In tal senso la Regione Sicilia presenterà un emendamento al decreto Cura-Italia. Questa balzana proposta provocherebbe il blocco dei pagamenti sulla base di una sanatoria per un atto illegale che secondo il governatore è ampiamente utilizzato dagli imprenditori siciliani.
L’emergenza non è il cappello giustificatorio per ogni cosa, soprattutto se certe idee, che speriamo vengano ricacciate nella testa di chi le ha avute, possono portare gravi danni alle già incrinate filiere dell’economia.