12/09/2024

Trovare misure, strumenti e formule per promuovere la conciliazione tra la sfera privata e il percorso professionale ed  garantire il massimo sostegno alle famiglie con figli, investendo risorse per erogare nuovi servizi e contrastare il fenomeno del declino demografico, favorendo il benessere famigliare lungo l’arco di tutta la vita. 

 Sono gli obiettivi che l’assessore regionale competente ha illustrato alla giunta regionale, presentando gli Stati generali della Famiglia, che si svilupperanno in 5 incontri pubblici.

 Secondo l’esponente dell’esecutivo, il declino demografico è un fenomeno sotto gli occhi di tutti e sul quale la politica, per troppo tempo, ha scelto di minimizzare o ignorare il problema.

Dai dati in possesso della Regione, il tasso medio di fecondità, ovvero il numero medio di figli per donna in età fertile (15-49 anni), ha toccato in Friuli Venezia Giulia il suo punto più basso ossia 1,23. Un valore, questo, inferiore sia al dato nazionale (1,29), sia a quello del Nord Est (1,35).  sale progressivamente il numero di uomini che non fanno figli; ciò significa che il problema ha due aspetti che vanno studiati e capiti: quello economico e quello culturale. 

 Sempre in base allo studio regionale, sono in diminuzione le famiglie con figli; erano 178mila nel 2009 mentre nel 2019 queste sono scese a 163mila. Inoltre le rilevazioni pongono in evidenza il fatto che vi siano sempre meno coppie e sempre più persone sole, con l’aggravante della precarietà occupazionale. Per questo motivo l’amministrazione regionale ha scelto di delineare un quadro complessivo in cui inserire tutte le misure dedicate alla famiglia. A tal proposito gli investimenti della Regione non sono stati messi in campo come misura compensativa rispetto a difficoltà di carattere economico, ma come invece una scelta precisa con cui rafforzare il ruolo della famiglia come nucleo generativo della comunità, puntando inoltre su natalità e genitorialità. 

 La Regione, inoltre, nella recente manovra di bilancio, ha dato un segnale molto forte in questo senso: ai 6-7 milioni stanziati annualmente per abbattere le rette degli asili nido, nel 2020 ha triplicato gli importi, registrando un’impennata di richieste delle famiglie (+41%). Dall’analisi dei dati, la denatalità sarebbe legata a doppio filo con altri due aspetti della vita quotidiana: la disponibilità economica e la conciliabilità tra i tempi della famiglia e quelli del lavoro. La Regione starebbe concentrando la sua attenzione sulla possibilità di rendere accessibile a tutti l’iscrizione dei figli all’asilo nido.  Il ruolo della Regione è quindi quello di accompagnare i genitori lungo un percorso di vita e non invece di soccorrerli perché bisognosi di aiuto per definizione.

 Con gli Stati Generali, l’amministrazione regionale vuole creare momenti di confronto tra soggetti istituzionali, portatori di interessi pubblici e privati, università, scuole, enti di formazione, organizzazioni sindacali, associazioni di categoria per raccogliere le idee e le esperienze migliori. 

Entro giugno,l’esecutivo porterà in Aula il primo testo unico sulla Famiglia. Verranno quindi messi assieme welfare, lavoro, istruzione, formazione, ricerca, trasporti, cultura, ambiente.  La Regione è infatti convinta che la famiglia sia alla base della società e non deve mai essere percepita come un freno, un limite o un impedimento.

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