13/09/2024

“Attese infinite, pazienti lasciati sulle barelle in corridoio, personale del tutto sottodimensionato: è questa la situazione che vivono ormai quotidianamente i Pronto soccorso della nostra regione. Un vero e proprio status di emergenza che l’Amministrazione regionale cerca goffamente di difendere colpevolizzando la solita epidemia influenzale stagionale. Noi siamo convinti che le ragioni siano altre e che vadano ricercate nella riforma sanitaria. Una cosa però è certa: così non si può andare avanti. Per questo abbiamo chiesto la convocazione urgente della III Commissione consiliare per audire l’assessore regionale alla salute, Maria Sandra Telesca, affinché riferisca in merito alla drammatica situazione dei Pronto soccorso del Friuli Venezia Giulia”.

A dare l’annuncio è il capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, Riccardo Riccardi, che rileva: “Solo nelle ultime settimane si sono susseguite numerosissime segnalazioni di intasamento e di sovraffollamento nei reparti di Pronto soccorso di tutta la regione. Ne cito soltanto alcuni: San Daniele è quasi al collasso con pazienti in attesa lasciati sulle barelle nei corridoi; attese infinite si sono verificate a Pordenone, specialmente a ridosso delle festività; a Gorizia manca il primario da un anno e il Pronto soccorso pediatrico chiude alle 18.00; per non parlare di Trieste dove attese di 10 ore sono ormai all’ordine del giorno. Siamo arrivati addirittura al punto che il direttore sanitario dell’Aas 5 ha fatto un appello ai cittadini chiedendo di non recarsi al Pronto soccorso.

“Purtroppo questa è solo la punta dell’iceberg di una situazione che si sta facendo drammatica soprattutto per i cittadini/pazienti costretti a delle vere e proprie odissee per poter essere assistiti in maniera decorosa. Non siamo arrivati al punto di avere pazienti curati a terra, come successo a Nola, ma se andiamo avanti così, siamo sulla buona strada.

“Goffi tentativi di scaricare le responsabilità di questo stato di cose su medici e infermieri – prosegue il capogruppo di Forza Italia – vanno respinti con indignazione, stante il loro incessante impegno che non è mai venuto meno, nonostante la grave carenza di personale più volte segnalata.

Sull’argomento presenta un’interrogazione alla presidente Serracchiani e all’assessore Telesca. anche il regionale Roberto Novelli: “Altroché attenzione rivolta al paziente/cittadino e alla sua famiglia, la riforma sanitaria non ha fatto altro che peggiorare la situazione del settore con situazioni prossime al collasso, come ad esempio quella del pronto Soccorso dell’ospedale di San Daniele”.

“In base a molte segnalazioni che mi sono arrivate – rileva Novelli – nei giorni passati la situazione al Pronto soccorso di San Daniele è stata a dir poco critica: su 8 posti letto di Osservazione breve intensiva presenti, ci sarebbero stati, infatti, ben 10 (e talvolta anche di più) malati intensivi e sub-intensivi, peraltro affidati a un solo infermiere. E non si

tratta di un caso isolato, bensì di una situazione molto frequente e non legata al previsto picco di flussi invernali. “Dalle segnalazioni risulta addirittura – prosegue l’esponente di Forza Italia – che sia stato proposto di affidare i pazienti più stabili ricoverati in ambito medico agli stessi familiari, in modo da permettere così di liberare indispensabili posti letto.

“Un sovrannumero di pazienti – afferma ancora Novelli – dovuto anche alla discutibile programmazione sanitaria. Con la chiusura del Pronto soccorso di Gemona, trasformato in Punto di primo intervento (dove comunque lavorano medici e infermieri d’emergenza), infatti, San Daniele, che non è stato per nulla potenziato, si ritrova in terribile affanno. Si è arrivati addirittura al punto che al personale che si occupa delle missioni 118 in ambulanza sarebbe stato dato l’ordine di non ospedalizzare mai il paziente a Gemona, ma (fatte salve le situazioni di emergenza con rischio di vita) di dirigersi direttamente agli ospedali vicini di San Daniele, Tolmezzo e Udine.

“Visto che San Daniele si trova in un punto centrale rispetto al territorio gemonese, il suo Pronto soccorso di è dovuto accollare da un giorno all’altro tutta la vasta popolazione che prima afferiva al nosocomio di Gemona, oltre ovviamente agli utenti del Sandanielese stesso e del Codroipese e fungendo sempre più spesso anche come valvola di sfogo dell’ospedale di Udine. Il tutto senza un adeguato potenziamento di personale e di dotazioni”.

“Se tutto ciò fosse vero (e proprio di questo chiedo conto alla Giunta nell’interrogazione, oltre ovviamente alle azioni che intende intraprendere per porvi rimedio) – conclude Novelli – saremmo di fronte a un’organizzazione creativa della sanità che non troverebbe alcuna giustificazione, anche perché ormai siamo arrivati al punto che ospedali che erano considerati fino a poco tempo fa delle eccellenze e delle realtà in grado di adempiere in maniera ottimale alle loro funzioni sia di emergenza che di degenza, ora sono prossime al collasso anche a causa della chiusura dei Pronto soccorso degli ospedali minori”.

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