Nel 2017 l’adesione ai vaccini in Veneto nella fascia d’età tra 2 e 16 anni è continuata a crescere, sia prima che dopo l’obbligo disposto dalla legge 119/2017. Le coperture raggiunte garantiscono una soglia di sicurezza rispetto alla possibile insorgenza di focolai epidemici. Ad oggi si stima che 21.000 giovanissimi tra 1 e 16 anni non abbiano ancora iniziato il percorso vaccinale previsto dall’obbligo, dei quali 8.500 hanno tra 1 e 6 anni e sarebbero quindi oggi a rischio di esclusione dalla scuola, mentre per tutti gli altri la prospettiva sarebbe la sola sanzione pecuniaria. 29.000 sono i ragazzi fino a 16 anni che risultano inadempienti per la mancanza di una o più dosi del percorso vaccinale completo. Tutti sono stati contattati, e richiamati in caso di mancata risposta, dal sistema sanitario territoriale regionale.
Sono queste alcune delle principali indicazioni che emergono dalla nota tecnica di sintesi del Report sull’Attività Vaccinale 2017, redatto dalla Direzione Regionale Prevenzione del Veneto, che verrà diffuso alle Ullss a brevissimo.
In generale, a prescindere dall’entrata in vigore dell’obbligo circa a metà anno, i bambini e ragazzi tra 2 e 16 anni (circa 680.000 soggetti) hanno raggiunto il 95,5% di copertura per 3 dosi di poliomielite (rappresentativi anche per i vaccini per polio, difterite, tetano, pertosse, epatite B, emofilo) e il 94,7% di copertura per una dose di morbillo (rappresentativa anche per la parotite e la rosolia). La crescita vaccinale è significativa: dopo la crisi, peraltro nazionale, di adesione del 2013 (87,1% per il morbillo e 91,3% della polio), e alla luce dei rilevamenti del 2015, che segnalavano 91,5% per il morbillo e 92,6% per la polio.
Per quanto riguarda l’analisi relativa alle vaccinazioni obbligatorie perviste dalla legge 119/2017, data la complessità dell’argomento, nel loro lavoro i tecnici della Regione hanno deciso di utilizzare la prima dose per il morbillo come esempio dell’attività svolta e come parametro dell’evoluzione delle coperture, perché il morbillo è sempre stato un vaccino raccomandato ma non obbligatorio, con un’insorgenza di casi statisticamente significativa e con alta infettività. Complessivamente, in Veneto, per la prima dose di morbillo, e per i ragazzi tra 3 e 16 anni, sono stati recuperati 27.370 soggetti nel periodo precedente all’obbligo e altri 6.291 dall’entrata in vigore della legge 119 in avanti. I tecnici regionali hanno perciò valutato che l’”effetto obbligo” può essere tradotto come un recupero di una piccola fetta di popolazione per le coorti più vecchie (i ragazzi più grandi) e con un’accelerata decisionale per il gruppo di ritardatari o dubbiosi delle coorti più giovani. Si nota infatti una differenza di comportamento tra le coorti dei ragazzi più grandi (approssimativamente 2001-2010) dove il maggior numero di recuperi è avvenuta precedentemente all’entrata in vigore della legge sull’obbligo vaccinale del 2017. Per i bambini (3-6 anni) invece, la quota di soggetti recuperati dopo il 7 giugno aumenta. Si può dedurre che un processo di recupero, legato all’attività di invito e informazione svolto da Regione e SISP Aziendali, sia costantemente presente e che le coperture vaccinali per ogni coorte crescano “in maniera costante” anche successivamente ai 24 mesi (nel “Report sull’Attività Vaccinale dell’Anno 2016” della Regione Veneto veniva analizzata la forte crescita sino ai 48 mesi e una costante, seppur ridotta crescita, anche nei periodi successivi). L’adempimento alla Legge 119 ha comportato a livello delle Aziende ULSS, oltre all’attività routinaria di offerta attiva delle vaccinazioni previste da calendario regionale, la continua attività di reinvito ai genitori dei minori non in regola per un colloquio informativo e per fissare l’appuntamento per eseguire le vaccinazioni. Il protocollo operativo messo in atto in ottemperanza alla legge nazionale, prevede che ai genitori che non si presentino o che erano già stati invitati in precedenza secondo le modalità previste dalla procedura per la gestione della mancata adesione alle vaccinazioni (DGRV 1935/2016) venga inviata una lettera raccomandata per un ulteriore colloquio e per la contestuale vaccinazione, specificando che in caso di rifiuto saranno avviate le procedure per comminare la sanzione amministrativa-pecuniaria. Inoltre, essendo la Regione Veneto dotata di un’anagrafe vaccinale unica e informatizzata contenente dati validati, completi e aggiornati sulla situazione vaccinale della popolazione, è stato reso possibile che l’Assessorato alla Sanità e Programmazione socio-sanitaria, l’Assessorato all’Istruzione, alla Formazione, al Lavoro e alle Pari Opportunità e l’Ufficio scolastico regionale per il Veneto, predisponessero un protocollo d’intesa finalizzato al trasferimento dei dati sullo stato vaccinale dei bambini direttamente dalle ASL alle scuole, nel rispetto delle indicazioni fornite dal Garante della privacy. Tale protocollo, al momento non può essere applicato in quanto la sua definitiva formalizzazione è subordinata all’emanazione dei decreti attuativi predisposti congiuntamente dal Ministero della Salute e dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, come previsto dal comma 1 dell’art. 18 ter del Decreto-legge 16 ottobre 2017, n. 148, convertito con modificazioni dalla Legge 4 dicembre 2017, n. 172. I tecnici regionali, infine, fanno notare che si è ancora in attesa di determinazioni esaustive da parte del Ministero sul fatto se debbano essere sanzionati pecuniariamente, o no, i 29.000 ragazzi veneti che hanno iniziato il percorso vaccinale, ma risultano inadempienti per mancanza di una o più dosi rispetto al completamento del processo di vaccinazione.