Torna in cronaca il centro massaggi “Honk Kong” di via Trento a Gorizia, chiuso in queste ore dalla Squadra Mobile della Questura ed il Nucleo di Polizia Tributaria del Comando Provinciale di Gorizia, su ordine di sequestro preventivo da parte del Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Gorizia.
L’esercizio, aperto tutti i giorni con orario continuato, era assiduamente frequentato in quanto erogatore, attraverso giovani ragazze, di prestazioni in larga parte di natura sessuale. e
Dopo aver a lungo documentato le attività delle giovani massaggiatrici, talvolta coadiuvale anche dalla titolare, le forze dell’ordine hanno proceduto all’arresto di L. S. di anni 48, titolare dell’esercizio commerciale da febbraio ad ottobre del 2016, quando è stato eseguito il primo sequestro preventivo dello stesso centro massaggi, sempre ad opera della Squadra Mobile e del Nucleo di Polizia Tributaria, e del convivente W. S. di anni 58, formalmente dipendente del centro, ma di fatto gestore al pari della compagna nel primo periodo d’indagine, febbraio – ottobre 2016, e gestore unico dal 24.10.2016 ad oggi.
Dopo il primo sequestro preventivo, avvenuto il 10 novembre del 2016, i locali di via Trento, dissequestrati e restituiti ai proprietari goriziani, entrambi segnalati in stato di libertà all’A.G., sono stati riaffittati circa un mese dopo ad un’altra cittadina cinese, facendo di fatto riprendere l’attività gestita dai già noti L. S. e W S. Ne è prova l’utilizzo dello stesso numero di telefono cellulare intestato alla L. S. da chiamare per informazioni e la costante presenza di W. S., formalmente “dipendente” del centro, molto attivo nell’accogliere alla stazione ferroviaria le giovani ragazze da avvicendare, nell’ospitarle a casa propria e nel portare il cibo sul luogo di lavoro.
Una vera e propria “industria del sesso”, ben collaudata e con la grande esperienza, maturata nel tempo sia da W. S., già titolare di un analogo centro a Padova, che da L. S., il cui cellulare compare non solo nelle locandine e negli annunci pubblicitari, ma pure su vari siti, veri e propri punti di riferimento nel settore.
Otto centri massaggi già chiusi in città e provincia, otto custodie cautelari già eseguite, molti indagati, diverse perquisizioni e sequestri di ingenti quantitativi di denaro attestano quanto, a fronte di un’attività di contrasto molto attiva, sia sempre rilevante l’iniziativa economica cinese nel ricreare strutture e situazioni solo all’apparenza legali, di fatto paraventi per il meretricio, già di per sé un reato, aggravato dalla componente dell’evasione fiscale, della quale la Guardia di Finanza sta verificando e quantificando i volumi.
ndr: l’aspetto che continua a lasciare perplessi è il grado di serialità e recidività in queste attività illecite. Ben 8 i centri massaggi chiusi, certamente a fronte di decine e decine di altri in attività ma in numero sufficiente da avere uno straccio di potenziale dissuasore. E invece niente. I cinesi continuano imperterriti a gestire, ad aprire nuovi centri senza dare peso al fatto che qualcuno possa arrivare, prima o poi, con i sigilli e le manette.
Ed è proprio per lanciare un segnale più forte, in relazione a quest’ultimo caso, appunto di recidività plateale rispetto ad un sequestro e dissequestro di immobile già avvenuti – come ci ha sottolineato il tenente colonnello Giovanni Sardella della Guardia di Finanza di Gorizia – che il nuovo sequestro cautelativo potrebbe trasformarsi come è auspicabile, e se la magistratura deciderà di sposare le tesi investigative , in una vera e propria confisca del bene.
GFB