06/02/2025

Monfalcone è diventata nel corso degli anni, soprattutto grazie a Fincantieri ma non solo, un polo industriale di livello regionale, nazionale e mondiale.

Anche se in questo momento molto critico sotto l’aspetto socio-economico,corre l’obbligo di tutelare innanzitutto la salute dei lavoratori non si può restare in silenzio davanti all’ordinanza del Sindaco di Monfalcone che rappresenta un grave atto di criminalizzazione di TUTTI i lavoratori e, indirettamente, dello Stabilimento Fincantieri.

Apre con questi toni una nota delle delle RSU Fim Cisl di Fincantieri Monfalcone che punta il dito sul “Il divieto di ingresso con indumenti di lavoro negli esercizi commerciali di qualsiasi tipo, uffici pubblici, mezzi di trasporto pubblico,taxi”.

L’ordinanza che colpisce ed offende i lavoratori – si legge nella nota – riportandoci alla mente le contravvenzioni elevate nei confronti dei dipendenti che, durante la pausa pranzo, consumavano un panino fuori dai locali di Panzano.

La domanda che i lavoratori si pongono però è quali siano le differenze, in termini di contagio da COVID-19, fra il nostro “terlis” e qualsiasi altro indumento: dalle divise indossate dalle forze dell’ordine, ai volontari della protezione civile, dai volontari della CRI o agli infermieri del 118, fino agli abiti abiti degli addetti dei supermercati e aulle giacche e cravatte dei dipendenti delle poste.

“Forse il Sindaco, invece di accanirsi contro le tue blu con misure a dir poco draconiane – scrivono le RSU Fim Cisl di Fincantieri Monfalcone – dovrebbe dedicarsi un po’ meno alle dirette ed un po’ di più alla tutela di quegli esercizi che cercheranno di rialzarsi dopo questa crisi epocale, e che l’ordinanza mette a rischio”.

In questo lungo periodo di inattività il cantiere, grazie ad RSU ed RLS che giornalmente vivono il lavoro e si confrontano con le maestranze, ha completamente cambiato il suo modo di approcciarsi al quotidiano, focalizzandosi se possibile ancora di più sulla salvaguardia della salute dei lavoratori e della comunità. In maniera tangibile e concreta, noi sì, lo abbiamo fatto e vigileremo affinchè questo accada anche nel futuro.

Quindi – si chiosa nella nota – “Noi continueremo ad indossare ancora con fierezza quel “terlis” di cui oggi qualcuno vorrebbe che ci vergnognassimo”.

Ndr

Ripescando lo straconosciuto detto che l’abito non fa il monaco, l’ordinanza pare non ternerne conto e finisce per risultare effettivamente molto antipatica se non apertamente offensiva. Soprattutto sono condivisibili le considerazioni fatte rispetto ad altre “divise da lavoro” alle quali sarebbe concesso il via libera in “esercizi commerciali di qualsiasi tipo, uffici pubblici, mezzi di trasporto pubblico,taxi”. Poi, ovviamente, dipende dai punti di vista e anche dai presupposti dai quali ci si muove. Dove sta il problema? una questione legata a stringenti e normate cautele di igiene? se così fosse perchè solamente le tute blu e non altre figure professionali? oppure si tratta solamente di galateo, di bon ton? dubito che la sindaca si sia prestata ad uno scivolone del genere, per di più in una città che deve molto alla forza operaia cantieristica e penso che non tarderà a giungere una precisazione credibile riguardo all’ordinanza…

G.Biondi

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