Arguto, intelligente,eccentrico, simpatico. Ci ha Philippe Daverio, personaggio particolare della cultura italiana, nato in Alsazia 70 anni fa, fine critico d’arte, straordinario divulgatore con uno stile fuori standard tra il pop e l’aulico, gallerista, poliglotta, docente universitario pur non avendo conseguito una laurea ( alla Bocconi non aveva presentato la tesi finale pur avendo superato tutti gli esami), ex assessore alla cultura di Milano.
Daverio era frequentatore del Friuli e ci sarebbe dovuto tornare il 20 settembre, invitato dagli organizzatori di Pordenonelegge.
«Philippe Daverio era un uomo intelligentissimo, di vasta e erudita cultura, e un divulgatore di rara capacità comunicativa»: questo il ricordo, dei curatori di pordenonelegge Gian Mario Villalta, Alberto Garlini e Valentina Gasparet. A pordenonelegge Philippe Daverio era atteso per la 21^ edizione ai nastri di partenza: domenica 20 settembre avrebbe dovuto conversare dei temi legati al suo ultimo saggio, “La mia Europa a piccoli passi”.
«Ricordiamo soprattutto un uomo che si divertiva in quello che faceva – scrivono ancora i curatori di pordenonelegge – e che riusciva a illuminare qualunque momento con il dono della battuta arguta e della provocazione intelligente. Passare qualche minuto con lui era come correre sull’ottovolante: tra citazioni raffinate, vivaci analisi della contemporaneità e la sensazione di un’umanità ricca e sagace. Ci mancherà moltissimo».
A Pordenonelegge Philippe Daverio era stato ospite nel 2012 in dialogo con Dominique Aris, per un incontro dedicato alle “Architetture della cultura”, e sempre per un progetto di Fondazione Pordenonelegge era stato protagonista, nel 2019, di un dialogo con lo scrittore Gian Mario Villalta dedicato al racconto del paesaggio del Conegliano Valdobbiadene.