Tra gli eventi che non dimenticheremo facilmente del 2014, in Medio Friuli ci sono sicuramente le esondazioni. Allagamenti di case, cantine, garage, fabbriche, strade e terreni, da Codroipo in giù senza nessuna esclusione, dall’inizio dell’anno ci sono stati enormi problemi che, magari solo per la viabilità, hanno interessato tutti.
Allo scopo di analizzare gli eventi, le cause e le possibili soluzioni sia a breve sia a lungo termine, si sono incontrati I sindaci di Varmo, Sergio Michelin, Bertiolo Mario Battistuta, Camino al Tagliamento Nicola Locatelli, con gli assessori di Codroipo Giancarlo Bianchini e di Rivignano – Teor Massimo Tonizzo. Sono stati invitati i rappresentanti del consorzio di Bonifica Bassa Friulana, del C.a.f.c., i responsabili tecnici della provincia di Udine, la Protezione Civile di Palmanova e la polizia locale con il comandante Franco Fantinato, per un’importante incontro, ad “acque ferme”.
Con grande enfasi e dovizia di particolari il geologo Maurizio Pivetta ha illustrato la situazione, prima, durante e dopo le copiose piogge che hanno generato gli allagamenti. Mettendo in luce una serie di responsabilità che non escludono davvero nessuno. Partendo dalla conoscenza delle caratteristiche peculiari del territorio, facilmente rilevabili dalla documentazione cartacea e digitale disponibile, che unitamente ai rilievi effettuati in diverse epoche, possiamo puntare il dito sulla manutenzione degli alvei principali sino ai canali scomparsi per l’azione combinata della natura e dell’uomo. Le coltivazioni senza pianificazione e rispetto delle esigenze di drenaggio, il controllo della vegetazione sulle rive, la potatura degli alberi a rischio e l’ispezione costante di tutti gli strumenti presenti per la gestione dei flussi come chiuse, dighe e ostacoli. Ogni cittadino dovrebbe controllare lo stato dei propri terreni, dei canali e collaborare con senso civico. Definire impreviste le perturbazioni, sembra pleonastico, assurdo, tanto quanto ignorare la necessità di agevolare il defluire delle acque piovane, per poi lamentare il mancato risarcimento dei danni da parte dello Stato o della Regione.
Da parte delle amministrazioni si punta all’unione delle forze disponibili con l’impiego delle risorse e degli sforzi uniti dei Comuni del Medio Friuli, attivando cooperazioni che soprattutto in tempi di ristrettezze economiche, risultano la scelta giusta da percorrere, anche in relazione alla prevenzione, non solo per far fronte alle emergenze. Pianificare i provvedimenti da intraprendere, magari imparando dagli avi, nei periodi meno piovosi si possono ripristinare le strutture e dando suggerimenti per le colture, tutti possono contribuire a migliorare la situazione geomorfologica del Medio Friuli.