L’interramento della laguna di Venezia è un rischio concreto, per questo riprende lo scavo dei sedimenti sotto gli archi del ponte della Libertà a Venezia. La laguna spiegano i tecnici è divisa in due a causa dell’accumulo di scheletri di cozze, ostriche, melma e rifiuti sotto gli archi: a sud navigano le navi e a nord le imbarcazioni anche piccole faticano a farsi strada e a volte raschiano il fondale. I lavori di scavo sono stati avviati nel giugno scorso dalle Ferrovie dello Stato e sono serviti a liberare alcuni archi del ponte e a facilitare la ripresa dei flussi di marea. Proprio il movimento delle correnti è fondamentale per ostacolare il deposito di scorie portate dai fiumi, ma è necessario che venga liberato il maggior numero di archi per dare più forza alla marea. Per questo è stata accolta con soddisfazione, da chi frequenta quel tratto di laguna, la notizia, diffusa dal Provveditorato opere pubbliche dell’assegnazione dell’appalto per lo scavo di altri 5 archi. Ai lavori collaborano anche i tecnici del settore, chiamati dalla Consulta, per completare il rilevamento dei fondali e della torbidità dell’acqua. I dati dei rilievi saranno utili per controllare gli eventuali scostamenti che avverranno nel tempo. Il 13 maggio scorso un’ottantina di imbarcazione a remi e a vela del Polo Nautico San Giuliano si sono date appuntamento nel canale di San Secondo per organizzare la prima manifestazione contro l’interramento della laguna.