L’iniziativa è stata organizzata dal Centro Ricerche Turismo e Cultura di Gorizia presieduto dalla dottoressa Marina Bressan, con il patrocinio dell’Università degli studi di Udine, del Comune di Gorizia e del Consolato Onorario d’Austria del Friuli Venezia Giulia.
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La ferrovia della Transalpina è lì da più di cent’anni, costruita a tempo di record, se si pensa agli ostacoli orografici che vennero arditamente superati. Si lavorò per circa 5 anni, tra il 1901 e il 1906, su una tratta di 144 chilometri, accorciando le distanze tra Vienna, Monaco e Trieste. Tra il cuore d’Europa e il mare. Questo gioiello ingegneristico funziona ancora non senza soddisfazioni per quello che riesce a dare nel suo stato attuale, con treni storici e tematici, treni che portano auto e biciclette, passeggeri e merci che non fanno crescere l’erba dell’abbandono tra i binari. E’ anche vero, però, che questa ferrovia che ha attraversato storie e guerre di popoli, “tanto che il suo fascino sfocia nel mito” ( cit. Phuali) ha visto un progressivo declino. Ma questa ferrovia potrebbe diventare il fiore all’occhiello dell’ Europa dei viaggi turistici e sostenibili. Una ferrovia che ben si raccorderebbe al montante crocerismo che fa meta a Trieste, come ha sottolineato l’assessore regionale Callari presente al convegno insieme all’assessore alla cultura di Gorizia Fabrizio Oreti, al professor Francesco Pitasso dell’Università di Udine e Tomaž Conrad, vicedirettore del GectGo. la Transalpina, per il suo alto valore simbolico , lancia un messaggio inequivocabile di cooperazione e fratellanza – ha aggiunto Callari – e può essere un elemento catalizzatore per una sorta di ritorno al futuro sul quale la Regione può, insieme alla Slovenia, investire risorse.
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Per valorizzare questo diamante sono necessarie sinergie tra Italia, Austria e Slovenia, risorse economich eimpegnative da traguardsarsi anche oltre il fatidico 2025, coinvolgendo i Gruppi di Cooperazione Europea presenti in regione ( GectGo e Euroregio) e gli stakeholeders in uno sforzo comune che premierebbe tutti- ha commentato il direttore di Euroregionenews Gianfranco Biondi, portando i qualità di consigliere portavoce, i saluti della Console Onoraria d’Austria per il Friuli Venezia Giulia, Sabrina Strolego, che ha concesso il patrocinio consolare all’iniziativa.
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A fare nuovamente un punto su progetti, ipotesi e piani di lavoro già esistenti sul rilancio della Transalpina, anche perchè non è certamente la prima volta che se ne parla, sono stati i relatori invitati a Gorizia da Marina Bressan, in una delle aule dell’Università di Udine nell’ex convento di Santa Chiara.L’avvocato Alessandro Puhali, coordinatore del Comitato Trasporti GectGo e membro del Consorzio per la Transalpina, attivo in Slovenia, ha tracciato una appassionata e dotta sintesi storica sulla vasta rete ferroviaria asburgica mentre Matjaž Marušič , esponente del Consorzio per la Tansalpina, ha illustrato le linee di rilancio e sviluppo della Transalpina.
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La ferrrovia Transalpina fa parte di una vasta rete di strade ferrate che l’impero austro-ungarico costruì nell’ambito dell’Alpenbahnenprogramm. I treni giungevano a Trieste nella stazione in campo Marzio, che ora la Fondazione Ferrovie Italiane sta riqualificando a scopi museali, per farne un polo culturale tra i più importanti d’Italia.
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Così scrive Puhali in un suo articolo apparso su kadmos.info il 21 settembre 2021:”Chi sale su un treno per percorrere anche solo un tratto della Ferrovia Transalpina (Bohinjska Proga, Wocheinerbahn), non si limita a prendere posto in un vagone, ma entra in un mondo di variegate emozioni…”
Rispetto al suo glorioso passato, oggi la Transalpina funziona nella tratta Trieste Campo Marzio – Villa Opicina per il trasporto merci mentre tutto il resto, fino a Jesenice, è una ferrrovia complementare di 129 chilometri, obsoleta, a binario unico, non elettrificata, delle ferrovie slovene , che collega Nova Gorica alla valle dell’Isonzo e alle Alpi Giulie.
Con i suoi ponti, viadotti e gallerie di grande impegno costruttivo, dovendo passare rilievi imponenti ( Alpi Giulie, Caravanche, Tauri e Carso)… “Rimane la più breve infrastruttura terrestre tra regione adriatica e Centro Europa e consente un collegamento diretto ed alternativo tra Friuli Venezia Giulia, Slovenia e Carinzia, costituendo una preziosa risorsa per lo sviluppo turistico transfrontaliero e per relazioni ferroviarie turistiche internazionali a lunga percorrenza”, scrive ancora Puhali .
Oggi la ferrrovia è utilizzata “sottotono” pur facendo la felicità di chi la scopre e la utilizza come turista ma le potenzialità di questo manufatto, sono enormi, in grado di richiamare un turismo internazionale. Molte le declinazioni di utilizzo, dal turismo storico rievocativo a quello ambientale, da quello sportivo a quello enogastronomico.
il Gruppo Europeo di Cooperazione Territoriale dei Comuni di Gorizia, Mestna občina Nova Gorica (Slo) e Občina Šempeter-Vrtojba (Slo)” – GECT GO, e il Posoški razvojni center / Agenzia di Sviluppo della Valle dell’Isonzo con sede a Tolmin/Tolmino stanno lavorando insieme per il rilancio della ferrrovia.
Esiste anchr un Consorzio sloveno per la valorizzazione dell Transalpina ma non ne fanno parte i comuni italiani, in special modo Trieste.
Nel suo intervento, Matjaž Marušič ha fatto chiaramente comprendere che la Transalpina non va abbinata solamente al romanticismo di uno sbuffante treno storico o ai treni tematici ad uso turistico. Pur se sarà proprio questo turismo culturale e ambientale a rilanciarla, la Transalpina è pur sempre un collegamento ferroviario anche ordinario per passeggeri e, in misura limitata, per le merci a servizio dell’industria locale. Il treno nuovo di zecca di fabbricazione svizzera che ha iniziato a circolare sulla linea è un passo concreto in questa direzione. Occorre tendere alla modernizzazione e alla sicurezza attraverso la riqualificazione strutturale della ferrovia e delle sue stazioni, aumentando quelle di incrocio, migliorando la gestione e il marketing , integrandola con il trasporto multimodale e suppportandola con il digitale. Ci sono già gli studi e i piani che permetterebbero di intraprendere i percorsi. Nova Gorica e Gorizia, Capitale della Cultura Europea nel 2025, è un’occasione irripetibile per ridare a questo “unicum ferroviario” un protagonismo internazionale del tutto meritato.