14/09/2024

Si è appena conclusa al Museo archeologico nazionale di Aquileia,  un’importante campagna di indagini sulla preziosa collezione di gemme in vetro di età romana. Ricercatori e docenti provenienti dalle Università degli Studi di Milano Bicocca e di Pavia e dai laboratori scientifici MOLAB di Pisa, Perugia e Catania,  riuniti  in  un  team  interdisciplinare,  hanno  partecipato  per  la  prima  volta  a  una settimana intensiva di analisi chimico-fisiche finalizzate allo studio e alla caratterizzazione dei materiali su una delle classi di materiali tra le più significative della collezione aquileiese. Il progetto  di  ricerca  “GEMMAE”  (Glass-gems  Exploration  by  Multidisciplinary  Methods, Analyses  and Experiments)  ha  riguardato  un  campione  di  circa  100  gemme  vitree  con l’obiettivo di ricavare informazioni sulle tecniche di lavorazione e realizzazione dei preziosi manufatti  attraverso  indagini  non  invasive,  grazie  all’utilizzo  dell’innovativo  laboratorio mobile MOLAB.

“Le analisi avviate grazie a queste importanti collaborazioni – sottolinea Marta Novello, direttrice del Museo archeologico nazionale di Aquileia – sono uno dei numerosi ambiti di ricerca in cui il museo è impegnato.   Nel  caso  del  progetto GEMMAE  la  possibilità  di  ospitare  i  ricercatori  dei  diversi  gruppi  di  analisi,  ha costituito una sfida e una opportunità di reciproco scambio e arricchimento di competenze e conoscenze”.

La sede di Aquileia è stata scelta in virtù dello straordinario patrimonio di gemme custodite nei depositi, che riflettono la vivacità economica della città: durante tutto il periodo romano Aquileia fu infatti un punto cardine dei traffici che connettevano il Mediterraneo ai confini settentrionali e orientali dell’Impero. Grazie alla sua fortunata posizione, in città circolavano manufatti e materie prime provenienti dalla Grecia, dall’Africa e dalle regioni orientali, che diedero  vita  a  una  produzione  di  gemme  incise  e  cammei  seconda  solo  a  Roma  e  che fornirono  il  modello  e  l’ispirazione anche  per  le  loro  più  economiche  imitazioni  in  vetro. Proprio su quest’ultima particolare produzione artistica, testimoniata da oltre un migliaio di esemplari, si concentrano le indagini archeometriche del progetto GEMMAE, coordinato da Daniela  Di  Martino,  Maria  Pia  Riccardi  ed  Elisabetta  Gagetti,  in  collaborazione  con  la Direzione del Museo archeologico nazionale di Aquileia.

Il  progetto,  articolato  in  più  fasi  di  lavoro,  ha  visto  una  prima  campagna  di  misurazioni realizzata nell’autunno 2021, con la digitalizzazione 2D di un ampio set di gemme in vetro con  decorazione  a  intaglio  o  a  rilievo.  Le  ultime  analisi  si  sono  invece  concentrate  sulla caratterizzazione elementare delle gemme, allo scopo di indagare tecniche di lavorazione dei manufatti, composizione e caratteristiche di omogeneità del vetro. Una terza campagna di misurazioni,  prevista  nella  prossima  primavera,  vedrà  poi  l’utilizzo  di  tecniche  di microprofilometria, utili a ricavare informazioni di dettaglio sull’utilizzo di matrici e stampi per la realizzazione in serie delle gemme in vetro.

Non è  la prima volta che le gemme della collezione aquileiese sono oggetto di analisi e indagini di natura archeometrica: nel 2019 lo stesso team di ricerca ha condotto uno studio preliminare su un campione di 120 gemme vitree presso i prestigiosi laboratori di ricerca AGLAE (Accélérateur Grand Louvre d’Analyses Elémentaires,) /C2RMF del Museo del Louvre di Parigi nell’ambito di un progetto di ricerca inserito nel programma IPERION CH (Horizon 2020). 

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