Si è appena conclusa al Museo archeologico nazionale di Aquileia, un’importante campagna di indagini sulla preziosa collezione di gemme in vetro di età romana. Ricercatori e docenti provenienti dalle Università degli Studi di Milano Bicocca e di Pavia e dai laboratori scientifici MOLAB di Pisa, Perugia e Catania, riuniti in un team interdisciplinare, hanno partecipato per la prima volta a una settimana intensiva di analisi chimico-fisiche finalizzate allo studio e alla caratterizzazione dei materiali su una delle classi di materiali tra le più significative della collezione aquileiese. Il progetto di ricerca “GEMMAE” (Glass-gems Exploration by Multidisciplinary Methods, Analyses and Experiments) ha riguardato un campione di circa 100 gemme vitree con l’obiettivo di ricavare informazioni sulle tecniche di lavorazione e realizzazione dei preziosi manufatti attraverso indagini non invasive, grazie all’utilizzo dell’innovativo laboratorio mobile MOLAB.
“Le analisi avviate grazie a queste importanti collaborazioni – sottolinea Marta Novello, direttrice del Museo archeologico nazionale di Aquileia – sono uno dei numerosi ambiti di ricerca in cui il museo è impegnato. Nel caso del progetto GEMMAE la possibilità di ospitare i ricercatori dei diversi gruppi di analisi, ha costituito una sfida e una opportunità di reciproco scambio e arricchimento di competenze e conoscenze”.
La sede di Aquileia è stata scelta in virtù dello straordinario patrimonio di gemme custodite nei depositi, che riflettono la vivacità economica della città: durante tutto il periodo romano Aquileia fu infatti un punto cardine dei traffici che connettevano il Mediterraneo ai confini settentrionali e orientali dell’Impero. Grazie alla sua fortunata posizione, in città circolavano manufatti e materie prime provenienti dalla Grecia, dall’Africa e dalle regioni orientali, che diedero vita a una produzione di gemme incise e cammei seconda solo a Roma e che fornirono il modello e l’ispirazione anche per le loro più economiche imitazioni in vetro. Proprio su quest’ultima particolare produzione artistica, testimoniata da oltre un migliaio di esemplari, si concentrano le indagini archeometriche del progetto GEMMAE, coordinato da Daniela Di Martino, Maria Pia Riccardi ed Elisabetta Gagetti, in collaborazione con la Direzione del Museo archeologico nazionale di Aquileia.
Il progetto, articolato in più fasi di lavoro, ha visto una prima campagna di misurazioni realizzata nell’autunno 2021, con la digitalizzazione 2D di un ampio set di gemme in vetro con decorazione a intaglio o a rilievo. Le ultime analisi si sono invece concentrate sulla caratterizzazione elementare delle gemme, allo scopo di indagare tecniche di lavorazione dei manufatti, composizione e caratteristiche di omogeneità del vetro. Una terza campagna di misurazioni, prevista nella prossima primavera, vedrà poi l’utilizzo di tecniche di microprofilometria, utili a ricavare informazioni di dettaglio sull’utilizzo di matrici e stampi per la realizzazione in serie delle gemme in vetro.
Non è la prima volta che le gemme della collezione aquileiese sono oggetto di analisi e indagini di natura archeometrica: nel 2019 lo stesso team di ricerca ha condotto uno studio preliminare su un campione di 120 gemme vitree presso i prestigiosi laboratori di ricerca AGLAE (Accélérateur Grand Louvre d’Analyses Elémentaires,) /C2RMF del Museo del Louvre di Parigi nell’ambito di un progetto di ricerca inserito nel programma IPERION CH (Horizon 2020).