Il GAP, gioco d’azzardo patologico, è diventato un’emergenza. Nel 2017 sono stati bruciati sulle slot machine 102 miliardi di euro con effetti devastanti su persone e famiglie.
Lo sottolinea il Consigliere regionale pentastellato Andrea Ussai che, soddisfatto di quanto si sta definendo a livello nazionale nella lotta al gioco d’azzardo, ricorda che nel 2016 il Movimento era riuscito a far approvare in Consiglio regionale una mozione che impegnava la Giunta ad attivarsi presso il governo su questo fronte, in particolare con l’obiettivo di vietare totalmente la pubblicità dell’azzardo in qualunque forma e in qualsiasi luogo.
I Consiglieri regionali pentastellati del Friuli Venezia Giulia avevano inoltre promosso e partecipato alla stesura della LR 26/2017 che modifica ed integra la meno restrittiva norma 1/2014, sempre in tema di azzardo, facendo recepire le proprie proposte.
Va, comunque, considerato che controlli, divieti e vincoli hanno la loro ragione d’essere nei confronti della presenza di slot machine in territorio italiano. Rimane integro il problema, soprattutto per Friuli Venezia Giulia e Veneto, della presenza di numerosi casinò oltre confine che sfuggono come anche il gioco-on line, ad ogni azione preventiva che, in qualche modo, possa contribuire a ridurre il fenomeno. Case da gioco che (come ben sanno i giocatori territorialmente vicini ma anche quelli che viaggiano per centinaia di chilometri pur di assaggiare “l’ebbrezza” del casino pensandola erroneamente diversa dalla solitudine del gioco online) sono dei scintillanti ed ammalianti luna park rispetto alle VLT italiane, spesso di una desolazione al pari dei peggiori saloni per massaggio cinese. Sirene irresistibili , invece, quelle oltre confine, con forti poteri di attrazione in quanto mixano il gioco a spettacoli ed intrattenimento di qualità, servizi benessere e di ristorazione a “prezzi politici”, tutto per attirare verso un tavolo o una delle migliaia di slot machine che popolano gli ovattati ed immensi saloni dove spesso il kitsch la fa da padrone.
Ad un osservatore attento non sfugge il comportamento dei numerosi giocatori e giocatrici seriali, dai volti grigi e pesanti,dagli occhi fissamente vuoti e il sorriso spento che per lo più non si accorgono nemmeno degli spettacoli che corredano le serate. Non bastano gli artisti di fama a distoglierli dal compulsivo gesto che fa roteare i colorati, virtuali e fantasiosi tamburi delle slot, alla ricerca di un improbabile jackpot.
Macchine attentamente studiate per illudere, dove le vincite si alternano alle sconfitte in un lento esaurirsi di quei 10 o 50 euro, spesso della pensione, sfilati uno alla volta dal portafogli o dalla carta di credito.
Il mantra degli sconfitti come anche di chi organizza la giostra è quello consolatorio di aver a che fare con un sistema che “in fondo, in fondo ” ti fa giocare e…divertire e intanto scivoli pian piano nel baratro del GAP.
GFB