Chi presta attenzione alle cronache locali non potrà non essere rimasto “colpito” all’alba del 10 dicembre scorso dall’enfasi con cui i nostri attuali “regionali” (per essi intendiamo i rappresentanti istituzionali) hanno inaugurato la ripristinata linea ferroviaria Sacile-Maniago, fieri ( come del resto tutti noi) anche del suo inserimento nell’elenco nazionale delle linee storiche, oltreché di servizio, e quindi orientate allo sviluppo turistico, anche attraverso l’impiego di treni d’epoca. Proprio come accaduto all’inaugurazione, con la presidente Debora Serracchiani, salita insieme a mezza giunta regionale a bordo di antichi e suggestivi vagoni trainati da una sbuffante locomotiva a vapore, per inondare di buoni auspici lo storico evento.
Ma siamo in Italia e, anche se in una delle sue parti più virtuose, Friuli e Nord Est, non si poteva rinunciare all’italica “approssimazione”. E vale sempre la pena ricordare fino alla noia che…in Austria…sarebbe andata diversamente. Che cosa sia successo da quel 10 dicembre ce lo racconta la stessa agenzia informativa della regione. Praticamente un mezzo disastro di cui la Regione, vittima al pari dei cittadini, ha dovuto prendere atto e di conseguenza muoversi.
Così, quindi, esordisce Maria Grazia Santoro, Assessore alle Infrastrutture del Friuli Venezia Giulia:
“E’ del tutto evidente che il prolungarsi di queste criticità non è più accettabile e per tale motivo la Regione ha voluto formalizzare quanto già comunicato per le vie brevi in queste prime settimane, con una richiesta urgente e sollecita affinché gli standard elevati di servizio presenti nel resto del territorio regionale, che ci collocano ai vertici della classifiche di puntualità e qualità, siano raggiunti anche su questa linea”.
Questo si legge nella nota formale di richiamo regionale sui disservizi sui disservizi della tratta Sacile-Maniago inviata, dalla stessa Amministrazione regionale ai responsabili territoriali e nazionali di Trenitalia e Rete ferroviaria italiana (Rfi).
“… le numerose e continue criticità che hanno contraddistinto la fase di avvio dei servizi, in particolare per quanto riguarda l’infrastruttura ferroviaria, rischiano di pregiudicare tutto il lavoro fatto dal territorio, dalla Regione e dalle stesse aziende ferroviarie”, sottolinea l’assessore.
“Dall’avvio dei servizi di linea – ha evidenziato Santoro – tutti i giorni, eccetto uno, sono stati contrassegnati da ritardi o soppressioni. Nonostante le rassicurazioni fornite dalle strutture territoriali di Rete ferroviaria italiana nel corso dell’ultima riunione con i sindaci tenutasi a Maniago il 19 dicembre, convocata dalla Regione proprio al fine di comprendere da Rfi e Trenitalia quanto successo e le prospettive future per il servizio ferroviario, ancora nella giornata di ieri vi sono stati treni soppressi, passaggi a livello chiusi per oltre un’ora, cittadini furiosi”.
“I ritardi e le soppressioni dei treni – ha detto ancora Santoro – hanno inciso anche sui servizi frequentati dagli studenti, causando numerose entrate fuori orario e proteste da parte dei genitori”.
“A ciò – ha sottolineato l’assessore – si è accompagnata una gestione del contesto informativo e di accoglienza dei viaggiatori che non ha certamente aiutato a rasserenare il clima:
sale d’attesa chiuse e viaggiatori lasciati sotto la pioggia ad attendere treni soppressi o in forte ritardo, informazioni in stazione scarse o poco visibili, se non del tutto assenti, ed un presidio in fase di avvio certamente insufficiente. Stessa cosa in caso di chiusura prolungata dei passaggi a livello”.
La Regione, come ha ricordato l’assessore, nel rinnovo del contratto biennale siglato con Trenitalia, ha introdotto la previsione di un incremento dei servizi da rendere nel biennio, tra i quali l’attivazione di un collegamento transfrontaliero Fvg-Lubiana, il riavvio dei servizi ferroviari attivati a dicembre 2017 tra Sacile e Maniago sull’intera linea (da Sacile fino a Gemona) e potenziamenti estivi sulle direttrici Sacile-Udine-Trieste e Tarvisio-Udine-Cervignano-Trieste.
La domanda naturale che ci poniamo è…ma prima di inaugurare è mai possibile che qualcuno non si sia preso la briga di mettere a punto tutto il meccanismo di servizio? una mancanza di rispetto nei confronti dei cittadini fruitori nonché mancanza di cautela nel ricorrere al sistema mediatico per fargli battere la gran cassa. Perché L’esigenza di “apparire e declamare” per motivi propagandistici non è stata preceduta da un’analisi e un controllo più attenti sullo stato dell’arte dell’intero progetto? qualcuno potrebbe rispondere…certo è che, in qualche modo, bisogna pur andare in fiducia quando si hanno come interlocutori Trenitalia e Rete ferroviaria italiana (Rfi), ma i disservizi dimostrano che la fiducia è cattiva consigliera se poi occorre subire “figuracce ed incazzature”, come quelle di cui si racconta in queste ore.
GFB