Non dire al contadino quant’è buono il formaggio con le pere. Altrimenti gli interessati si fanno avanti e non smettono di raccontare. Così in un territorio che storicamente era caratterizzato da un’economia preminentemente agricola come il Medio Friuli, se proponi dibattiti concernenti le coltivazioni prospettando di elargire consigli e osservazioni riguardo al potenziamento della produzione, tutti vogliono ascoltare e soprattutto intervenire dall’alto della loro esperienza.
A Sedegliano, presso il teatro Plinio Clabassi, hanno indetto una conferenza dal titolo “Ecosostenibilità – Dalla crisi ambientale globale a nuove idee per il Medio Friuli” e alcuni sono rimasti fuori dalle porte in quanto all’interno avevano raggiunto la massima capacità della struttura. Nemmeno un posto in piedi. Grande soddisfazione quindi per il sindaco di Sedegliano Ivan Donati, il primo cittadino di Flaibano Luca Picco, quello di Mereto di Tomba Massimo Morettuzzo e di Basiliano Marco Del Negro, con la collaborazione e il sostegno della Banca di Credito Cooperativo di Basiliano, in partenariato con il Forum dei Beni Comuni e Economia Solidale FVG, unitamente hanno presentato il progetto “Pan e farine dal Friûl di mieç: l’avvio di una filiera sostenibile del pane che coinvolge aziende agricole, trasformatori, distributori e cittadini del Medio Friuli”.
Sebbene abbiano usato il friulano per assegnare il nome al progetto (forse per farsi comprendere da chi non conosce l’italiano?), è stato chiamato un torinese al quale suppongo abbiano tradotto il significato del progetto. Luca Mercalli, presenza costante da anni nel programma di Fabio Fazio “Che tempo che fa” su Rai Tre e conduttore di “Scala Mercalli” sulla stessa rete, che dalla scorsa stagione presenta sostanzialmente gli effetti dell’inquinamento della climatologia, con proposte, raffronti, soluzioni e problemi concreti o futuri.
L’intervento del famoso climatologo e meteorologo Luca Mercalli è consistito in oltre due di conferenza, trascinante, coinvolgente e corredata da immagini e grafici che rappresentavano l’evoluzione del pianeta con le prospettive possibili nel breve e lungo periodo. Mancava il telecomando: sembrava di assistere a una trasmissione televisiva in diretta, ma senza il televisore.
Luca Mercalli ha fondato nel 1993 e dirige la rivista “Nimbus” e coordina l’Osservatorio Meteorologico del Collegio Carlo Alberto di Moncalieri (TO). Studiò scienze agrarie con indirizzo uso e difesa dei suoli e agrometeorologia all’Università di Torino, ma gran parte della sua formazione è avvenuta in Francia, dove ha vissuto a lungo e lavorato per il Laboratorio di Glaciologia dell’Università a Grenoble. Ha conseguito un master in geografia e scienze della montagna all’Université de Savoie, Chambéry e di recente l’ambasciata di Francia l’ha chiamato nel 2014 a rappresentare in Italia la conferenza ONU sul clima di Parigi 2015.
Applaudito da tutti gli spettatori presenti a Sedegliano fin quando parlava dei danni che il petrolio provoca al pianeta, ha ricevuto silenzio totale dalla platea quando affrontava argomenti diretti agli agricoltori sulla biodiversità, sulla differenziazione delle coltivazioni, quindi sulla necessità di variare le colture e di coprire interamente le necessità della popolazione, coltivando tutte le piantagioni nel rispetto dello stato morfologico, idrogeologico, vegetazionale ed ecologico della zona (presumo abbia visto solo campi di mais, soia e vitigni per raggiungere Sedegliano).
Non dire al contadino quant’è buono il montasio senza pere. Questa potrebbe essere l’interpretazione in friulano.
Luca Mercalli ha ricordato che il nostro futuro potrebbe essere nelle mani dei partecipanti al COP 21. La Francia è stata ufficialmente nominata Paese ospitante della ventunesima Conferenza Parigi 2015 sul Clima che si terrà nel mese di dicembre. Al momento non sembrano intenzionati a cambiare i programmi in seguito agli attentati delle settimane scorse rivendicate dall’ISIS. Sarebbe un gesto di arresa, di debolezza, anche se le misure di sicurezza renderanno la città invivibile, non dovrebbero modificare un’occasione tra le più utili per il nostro pianeta.
La COP21 sarà di cruciale importanza poiché deve condurre a un accordo internazionale sul clima, che limiti il riscaldamento globale sotto i 2 ° centigradi. In primo luogo si auspica un accordo ambizioso e vincolante per la sfida del cambiamento climatico, che si applicherebbe a tutti i paesi del mondo. In seguito, i contributi nazionali, che rappresentano lo sforzo che ogni paese prevede di poter compiere. Il finanziamento della lotta al cambiamento climatico sarà un membro fondamentale, di cui una tappa è stata raggiunta con la prima capitalizzazione del Fondo Verde con una somma di 9,3 miliardi dollari, di cui quasi un miliardo proveniente dalla Francia. Le iniziative sviluppate all’interno degli stati, da parte delle comunità locali, delle organizzazioni della società civile e delle imprese potranno ampliare la mobilitazione, aggiungendosi di fatto ai contributi degli stati. Servono tutte le iniziative complementari all’accordo internazionale, intraprese a livello locale da parte dei governi, dalle autorità locali e degli attori non statali, contribuendo a rafforzare gli impegni degli Stati nella riduzione delle emissioni di gas serra e l’adattamento all’impatto del cambiamento climatico. Quest’agenda delle soluzioni si basa su uno scambio delle buone pratiche, sul trasferimento delle conoscenze e delle tecnologie necessarie a una transizione verso delle economie a basso consumo di carbone, ma tutto andrebbe a discapito della finanza globale che basa le sue fondamenta proprio sul consumo di fossili con conseguente generazione di gas nocivi per l’ambiente.
Per sensibilizzare i governi di tutto il pianeta, il 29 novembre, ultima domenica prima del COP21 a Parigi-Le Bourget in dicembre, nelle piazze di tutto il mondo, comprese Udine e Trieste, ci saranno delle marce di proteste in piazza di cittadini che vogliono soluzioni concrete, applicabili e immediate ai danni che stiamo provocando dal punto di vista climatologico. Data la completa inutilità delle precedenti venti conferenze mondiali nelle quali si è deciso poco, ma soprattutto sono rimaste quasi completamente disattese.
Come singoli possiamo molto. Prima di tutto assicurarci che i nostri risparmi non siano investiti in titoli finanziari il cui valore dipende da quanti combustibili fossili saranno bruciati nei prossimi anni. Campagne per disinvestire da tali imprese sono già attive in molti Paesi. Solo modificando le nostre abitudini, diminuendo il consumo di prodotti connessi o derivati, potremmo gestire la diminuzione delle estrazioni di petrolio e carbone.
A concludere la serata intervenne l’assessore regionale alle risorse agricole e forestali Cristiano Shaurli che si è complimentò per l’iniziativa dei quattro sindaci.
Marco Mascioli