Il controverso nuovo ministro della Cultura croato, Zlatko Hasanbegovic, ha deciso di negare, per la prima volta in decenni, il finanziamento pubblico alla casa editrice in lingua italiana (Edit), parte dell’Unione degli italiani dell’Istria e di Fiume, ed in primo luogo al quotidiano La Voce del Popolo. Secondo il ministro, criticato quasi all’unanimità dal suo insediamento tre mesi fa per le sue posizioni estremiste, revisioniste e filofasciste, il finanziamento della stampa in lingue minoritarie non è di competenza del suo dicastero, ma di enti pubblici incaricati di proteggere i diritti delle minoranze. La decisione ha suscitato una valanga di critiche, prima fra tutte della stessa Unione degli italiani e del deputato al parlamento di Zagabria, Furio Radin. La Edit ha ammonito che il quotidiano, che esce regolarmente da 70 anni, potrebbe chiudere. Radin ha invece affermato “che la Edit resisterà” grazie agli aiuti dall’Italia, attaccando il ministro “di essere avverso a ogni cosa che sia diversa dalla sua visione del mondo”. In risposta, Hasanbegovic ha indirettamente accusato Radin di aver in passato estorto finanziamenti pubblici per la casa editrice italiana in cambio del suo appoggio politico, ai tempi del premier Ivo Sanader (2004-2009). Il ministro, ampliando ulteriormente la frattura tra il governo di Zagabria e la minoranza italiana in Croazia, ha ribadito che il suo dicastero “non intende più pagare nessun racket ai giornali, che siano di destra o di sinistra”.