13/09/2024

Di Marco Mascioli

Le strutture residenziali per anziani sono state in tutta Europa le realtà più colpite dal Coronavirus per la tipologia di anziani ospitati gran parte dei quali non autosufficienti. Il 60% dei malati di COVID-19 ha un’età superiore a 60 anni ed il 95% dei decessi avviene in persone con più di 60 anni e con concomitanti patologie croniche. L’età media dei ricoverati deceduti negli ultimi due mesi con positività a COVID-19 è 81anni, circa 20 anni superiore a quella dei pazienti che hanno solo contratto l’infezione. Rappresenta il segmento demografico che ha registrato il più alto incremento dei decessi rispetto alla media dei 5 anni precedenti. (FNOPI-Senioritalia Federanziani)

L’esperienza vissuta in questi mesi a causa della pandemia da COVID-19 ha messo a dura prova le organizzazioni del sistema case di riposo della nostra regione. Osservando il quadro evolutivo emerso a livello nazionale, specialmente nelle regioni con il maggior numero di casi; i problemi rilevati, sono purtroppo sovrapponibili anche nella nostra regione. Pur avendo subito numeri inferiori e con particolarità territoriali diversificate (vedi area friulana e giuliana), si è visto che gran parte dei problemi si siano verificati ove la gestione dell’assistenza è esternalizzata.

Fra i problemi più evidenti si osserva come la difficoltà nel reclutamento di personale, (soprattutto infermieristico) la parziale o totale assenza di una figura di coordinamento infermieristico, ha contribuito nella difficile gestione degli eventi legati al Coronavirus. Per garantire la sicurezza durante l’epidemia, il SSR ha dovuto supportare queste organizzazioni con risorse materiali e di personale esperto, riducendo così l’insorgenza di nuovi casi di malattia. Si evidenzia perciò come la solidità del SSR sia stato determinante nella gestione dell’epidemia da COVID-19.

Con queste parole inizia la missiva indirizzata al vicepresidente della Regione FVG e assessore regionale alla sanità, da parte dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Udine, firmato dal presidente Stefano Giglio. L’OPI di Udine ha ritenuto opportuno proporre alcune modifiche organizzative per costruire un nuovo modello organizzativo per le strutture socio sanitarie della nostra Regione, che potrebbe diventare un modello di riferimento anche per le altre Regioni italiane. Proposte che, secondo il presidente Giglio, comporterebbero la progettazione di un impianto strutturale nuovo, basato su un paradigma che fa della medicina d’iniziativa la chiave di volta di tutti i processi. La lettera era corredata da un corposo allegato esplicativo dal quale emerge la situazione delle case di riposo presenti in Friuli Venezia Giulia che nel 40% dei casi sono affidate a cooperative di servizi, fondazioni o istituzioni private che, nella maggior parte dei casi, soffrono notevoli difficoltà organizzative rispetto al settore pubblico ove le risorse disponibili sono di gran lunga più consistenti.

La proposta snocciola sette punti fondamentali mettendo in luce i problemi con le relative soluzioni suggerite da chi sta vivendo in prima persona l’emergenza Covid. La tendenza emersa dalle cronache degli ultimi giorni, relativa all’aumento del contagio tra le persone più giovani, non deve deviare l’attenzione dai decessi che invece rimangono appannaggio delle persone più anziane, solitamente già indebolite da pregresse patologie.  

Ieri sono stati rilevati 11 nuovi contagi da coronavirus in Friuli Venezia Giulia, di cui 9 contratti fuori regione. Complessivamente, dall’inizio dell’epidemia, il totale delle persone risultate positive al Covid 19 in regione è pari a 3.533, mentre gli attualmente positivi sono 219. Tre pazienti risultano in cura in terapia intensiva e sette sono invece i ricoverati in altri reparti. Non si sono registrati nuovi decessi (348 in totale). Dall’inizio dell’emergenza sono stati riscontrati 1.437 casi positivi a Trieste, 1.090 a Udine, 766 a Pordenone e 237 a Gorizia, a cui si aggiungono tre persone da fuori regione. I totalmente guariti ammontano a 2.966, i clinicamente guariti sono 9 e le persone in isolamento 200. I deceduti sono 197 in provincia di Trieste, 77 a Udine, 68 a Pordenone e 6 a Gorizia. 

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