30/08/2024

L’Agcom ha sanzionato la Regione Friuli Venezia Giulia per aver violato le norme sulla par conditio. La decisione è stata assunta a seguito dell’esposto presentato del Movimento 5 Stelle in Consiglio regionale all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni.

Oggetto dell’esposto le modalità con cui è stato organizzato il convegno su Riforma Costituzionale e Autonomie Speciali dello scorso 7 ottobre a Udine, che non ha rispettato quanto previsto dall’articolo 9 della legge 22 febbraio 2000 n.28 in material di comunicazione istituzionale. La sanzione obbliga la Regione a pubblicare sulla homepage del sito ufficiale la precisazione in tal senso.

Una indegna iniziativa, (quella del convegno così come concepito) – ricorda la portavoce dei pentastellati, Bianchi – nel corso della quale la presidente Serracchiani ha sottoscritto la famigerata “Carta di Udine”. In sostanza una vergognosa resa incondizionata alla volontà del governo Renzi di stravolgere la Carta costituzionale».

«… non solo questo spudorato manifesto per il Sì al prossimo referendum del 4 dicembre è stato pagato con risorse pubbliche, ma si è svolto in piena violazione della par condicio e in totale assenza di contraddittorio. Debora Serracchiani, comunque, era in buona compagnia – ricorda la portavoce del M5S – visto che all’evento hanno partecipato importanti cariche istituzionali come il ministro degli Affari regionali e le autonomie Enrico Costa, il presidente del Consiglio regionale Franco Iacop e alcuni sindaci. Tutti senza nascondere minimamente al pubblico presente il loro orientamento di voto per il referendum del 4 dicembre».

«Per chi non lo sapesse – sottolinea Bianchi – l’art. 9 della legge 22 febbraio 2000, n. 28 stabilisce infatti che a far data dalla convocazione dei comizi elettorali e fino alla chiusura delle operazioni di voto è fatto divieto a tutte le amministrazioni pubbliche di svolgere attività di comunicazione ad eccezione di quelle effettuate in forma impersonale ed indispensabili per l’efficace assolvimento delle proprie funzioni, e che tale divieto trova applicazione per ciascuna consultazione elettorale».

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