Incidenti stradali, che procurano purtroppo non solo ingenti danni materiali, ma sovente anche danni inaccettabili e irreparabili alle persone; effetti devastanti sulle colture; crescenti problemi di ordine sanitario per la facilitata diffusione di malattie. Sono questi i preoccupanti e drammatici effetti derivanti dell’incontrollata e incontrollabile presenza degli ungulati e, in particolare del cinghiale, fin dentro gli agglomerati urbani. Lo evidenzia Confagricoltura Fvg che chiede l’adozione di urgenti e non più rinviabili interventi finalizzati a ricondurre le consistenze di tali popolazioni selvatiche entro accettabili livelli di sostenibilità territoriale e ambientale.
«L’incremento incontrollato della popolazione di ungulati – rimarca Claudio Cressati, presidente di Confagricoltura Fvg – oltre a essere motivo d’alterazione dell’ecosistema e, quindi, di compromissione della presenza delle altre specie autoctone, è sempre più causa di gravissimi danni alle attività agricole provocati dal massiccio sconfinamento di tali specie verso aree vocate e ad alta produttività».
Considerato che la Conferenza Stato-Regioni, non ha ancora provveduto a ridefinire i passaggi della normativa sugli indennizzi dei danni alle culture agricole, Confagricoltura chiede che, da un lato, ci si adoperi a superare le limitazioni europee all’integrale risarcimento dei danni subiti e ad armonizzare e semplificare le procedure e che, dall’altro, si pongano le basi normative per un effettivo contenimento delle popolazioni selvatiche in rapporto alla sostenibilità territoriale, anche a garanzia dell’incolumità pubblica.