10/09/2024

Rilanciamo volentieri un crudo reportage (vedi il video) che il giornalista Giancarlo Virgili ha messo a disposizione delle testate, dopo averlo realizzato insieme ai suoi collaboratori in sole 5 ore di altrettanti giorni diversi, nel cosidetto borgo Stazione di Udine, tra via Leopardi e via Roma. Video che documenta in modo inequivocabile la “vivacità” alla luce del sole dello spaccio di sostanze stupefacenti, soprattutto nelle fasce orarie poco dopo la fine delle lezioni o durante le pause pasto.


Il servizio è nato su spinta di alcuni commercianti e residenti del quartiere che hanno chiesto di rendere visibile quello che accade nella zona. Virgili si è avvalso di tre finti acquirenti che avevano il compito di dimostrare un interesse all’acquisto ma che, in realtà, sono stati quasi sempre avvicinati senza ricorrere a particolari stratagemmi per entrare in contatto con gli spacciatori.

Pushers che sarebbero circa una ventina, tutti giovanissimi, usi a camminare in lungo e in largo sulle strade del quartiere, con lo scopo di intercettare possibili acquirenti. Sul mercato si trova quasi di tutto, coca, hashish, eroina e la pericolosissima eroina gialla ( che poche settimane fa ha ucciso la sedicenne Alice Bros, nei bagni della stazione ferroviaria di Udine, a pochi passi dalla zona di spaccio).

Nonostante il lodevole ed encomiabile sforzo messo in campo da Comune, Questura, Polizia Locale, Carabinieri e Prefettura attraverso diverse misure di contrasto e di prevenzione, lo spaccio generalizzato è ancora una realtà che, vista la giovane età degli spacciatori, fa sicuramente riferimento a forniture di droga gestite da organizzazioni criminali inserite sul territorio o che, comunque, hanno canali aperti con il medesimo. Il video, grazie al bravo Virgili, non è uno scoop ma documenta ulteriormente una situazione già evidente alle forze dell’ordine, ai tavoli dei decisori politici e agli abitanti della zona.

Rilanciarlo per noi significa contribuire alla costruzione di un clima di collettività “apertamente ostile” a questo traffico, che ponga in atto una “solida e solidale” autodifesa culturale, necessaria quanto lo sono i rimedi conseguenti all’analisi sociologica sulled cause del consumo (che, del resto, sono note). L’azione dello spaccio, in quanto espressione del business malavitoso basato sull’annichilimento e lenta distruzione degli esseri umani deboli, deve essere il taget di una lotta intensa , senza tentennamenti, basata sull’applicazione rapida e senza sconti di leggi e punizioni.

GFB

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